Il Piemonte prepara la “rivoluzione Big data”. Dopo essere stata pioniera degli open data con il portale dati.it e il varo della prima legge ad hoc, la Regione è ora concentrata sullo sviluppo di modelli di gestione della grande mole di informazioni generata dalle amministrazioni locali. In campo c’è anche il consorzio Top IX, nato nel 2002 con lo scopo di creare e gestire un Nap (Neutral Access Point altrimenti denominato Internet Exchange – IX) per lo scambio del traffico Internet nel Nord Ovest.
“La Regione Piemonte è pronta a raccogliere la nuova ed interessante sfida dei Big data con gli asset, le capacità e la reputazione necessaria: dalle infrastrutture alle iniziative per dotarsi degli strumenti e delle competenze multidisciplinari fortemente richieste in questo settore – spiega l’assessore allo Sviluppo Economico, Massimo Giordano -. In Piemonte non mancano certo il coraggio e la disponibilità del settore pubblico, oltre che la volontà politica, di mettersi in gioco, per costruire un ponte ideale che, partendo dai dati, ci proietti in questo nuovo universo” .
La Regione mira ad avviare progetti per immagazzinare, filtrare, decodificare, elaborare, analizzare i Big data con l’obiettivo di estrarre tutte le informazioni utilizzabili non solo ad efficientare la PA sul fronte back office e front office, ma anche per migliorare la produttività, proporre soluzioni e servizi innovativi, creare valore aggiunto sul territorio. “Partiamo – precisa Giordano – dalla convinzione che le amministrazioni pubbliche sono un deposito sempre più ricco di dati, in costante aumento. Un vero e proprio giacimento di valore, che può rappresentare un patrimonio straordinario a livello economico, in particolare per le aziende, che hanno la necessità di crescere dal punto di vista della competitività”. In questo contesto, il consorzio TopIX ha lanciato il primo programma nazionale volto a sostenere la crescita di una nuova generazione di sviluppatori e figure professionali multidisciplinari, capaci di analizzare e usare le informazioni generate dagli enti pubblici per renderle “profittevoli” per i territori e le imprese locali.
Per fare la “rivoluzione Big data”, il Piemonte mira a sfruttare i fondi Ue. “L’Unione europea – ricorda l’assessore Giordano – ha stanziato un miliardo di euro per finanziare nei prossimi dieci anni progetti che coinvolgeranno centinaia dei migliori scienziati europei per costruire un’enorme rete di calcolo, capace di aggregare i Big data ed elaborarli con nuovi modelli matematici e teorie sociali, capaci di dare indicazioni per individuare e gestire trend futuri, come una prossima crisi economica, oppure una catastrofe ecologica”.