Agcom ha inflitto una sanzione di 240mila euro a Wis Telecom. Secondo l’authority, la società ha fornito un servizio di comunicazione elettronica a un utente estero e ha consentito l’uso illegittimo di risorse di numerazione italiane senza disporre dei relativi diritti d’uso. Di fatto, Wis ha così violato l’art. 6, comma 3 e dell’art. 3, comma 1, del Piano di numerazione nazionale.
Lo sviluppo del caso
In esito alle prime attività di vigilanza concluse, Wis Telecom, già sanzionata dall’Agcom nel luglio 2023 per la medesima violazione, è risultata coinvolta in traffico con identificativo del mittente (Cli) alterato (c.d. Cli spoofing) proveniente dall’estero e ha svolto l’attività di operatore di transito internazionale, consentendo l’uso di numerazione mobile e personale italiana a Voip Albano sh.p.k..
L’attività di verifica è derivata dalla segnalazione di un utente che lamentava l’uso illegittimo da parte di terzi del proprio numero mobile. L’utente riportava di ricevere un numero considerevole di chiamate (fino a 180-200 al giorno) da parte di terzi sconosciuti che asserivano di richiamare a seguito di chiamate apparentemente provenienti dal numero mobile dell’utente.
Le violazioni accertate
È dunque emerso, si legge in una nota dell’Autorità, che Wis Telecom “ha consentito l’uso illegittimo da parte di Voip Albano Sh.p.k., soggetto non autorizzato in Italia e risultante non iscritto nel registro dei soggetti autorizzati in Albania, dove quest’ultimo ha sede, di risorse di numerazione già assegnate ad altri soggetti, senza curarsi di effettuare i relativi controlli di sicurezza”.
La decisione della Commissione per le infrastrutture e le reti di Agcom è stata assunta a seguito di accertamenti su diverse società nel settore dei servizi di comunicazione elettronica, volti a verificare l’origine di alcune chiamate oggetto di spoofing telefonico rivolte ad utenti finali italiani.
Per contrastare tale fenomeno l’Autorità, nell’ambito delle attività del Comitato Tecnico sulla Sicurezza delle Comunicazioni Elettroniche cui partecipano anche la Guardia di Finanza e la Polizia di Stato, ha adottato un piano di interventi, che prevede l’esecuzione di controlli mirati e il blocco delle attività individuate in base alle attività di vigilanza svolte.