LA DECISIONE

Ibm chiude la unit R&D in Cina: più di 1.000 esuberi



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Le attività di ricerca e sviluppo che erano localizzate tra Pechino, Shanghai e Dalian saranno trasferite in altre sedi internazionali. E la società rivede la strategia: il focus si sposta dalle grandi imprese statali a quelle private

Pubblicato il 26 ago 2024



Usa Cina trade war

Ibm chiuderà le proprie attività di ricerca e sviluppo basate in Cina. Stando a quanto riportato dal quotidiano digitale Jiemian News, ad annunciare la decisione è stato il vp global enterprise systems development, Jack Hergenrother, durante una riunione dello staff dell’Ibm China system Center.

Mille dipendenti impattati

La misura impatterà circa mille dipendenti della multinazionale in Cina, con le attività svolte principalmente a Pechino, Shanghai e Dalian che saranno trasferite in altre sedi del gruppo all’estero. I dipendenti della multinazionale nel Paese asiatico sono complessivamente circa 12mila. Quelli colpiti dai tagli appartengono principalmente all’Ibmv, che fa capo all’Ibm China Development Center e all’Ibm China Systems Center, impegnati in attività di ricerca e test.

La decisione si accompagnerà anche con una scelta strategica, che prevederebbe lo spostamento del focus di Ibm dalle grandi imprese del settore statale attive in comparti come la finanza e l’energia alle imprese private e ad alcune multinazionali selezionate che operano sul posto.

I tagli recenti

Negli ultimi due anni Ibm ha dato vita a diversi tagli di personale: risale ad esempio al gennaio 2023 la decisione di effettuare 3.900 licenziamenti con la contestuale sospensione delle assunzioni, in parallelo a un utilizzo sempre più pervasivo dell’intelligenza artificiale. Licenziamenti che hanno interessato anche le filiali cinesi della multinazionale fino al mese di luglio.

Il contesto economico in Cina

Ma Ibm non sarebbe l’unica big tech a ridurre la propria presenza in Cina. Stando a quanto riportato dalla Central News Agency, infatti, un rallentamento dell’economia locale avrebbe portato anche Microsoft a chiudere i propri punti vendita fisici nel Paese a partire dal 1° luglio, affidandosi esclusivamente alle vendite online e al flagship store JD.com.

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