Telecom Italia chiede 6 milioni di euro come risarcimento per danno patrimoniale a Marco Tronchetti Provera nell’ambito del processo sui dossier illeciti. Il cuore dell’inchiesta è un cd di dati raccolti dall’agenzia di investigazione Kroll e poi hackerati dagli uomini dell’ex manager della security di Telecom, Giuliano Tavaroli. Tronchetti Provera, all’epoca dei fatti, era il presidente del gruppo di tlc. Telecom ha chiesto anche un riconoscimento del danno non patrimoniale, da quantificarsi in maniera equitativa. La richiesta, sia per danno patrimoniale sia per la parte non materiale, è avanzata per i presunti danni di immagine subiti dalla compagnia telefonica. I legali del gruppo, che si è costituito parte civile nel processo, hanno chiesto una provvisionale che sia pari almeno al danno patrimoniale.
I fatti contestati risalgono al 2004, quando Tronchetti Provera (attuale presidente della Pirelli) era al vertice della compagnia telefonica. Il 18 marzo scorso, tuttavia, Tronchetti aveva reso delle dichiarazioni spontanee nelle quali aveva spiegato di non essere mai stato a conoscenza della provenienza illecita del cd.
Anche Carla Cico, ex numero uno di Brasil Telecom, parte civile nel processo a Marco Tronchetti Provera, in uno dei filoni di inchiesta sui cosiddetti dossier illegali, ha chiesto una provvisionale di “1.850.000 euro” e il risarcimento del danno da quantificare in sede civile. La richiesta è stata avanzata dal suo legale, l’avvocato Lucio Lucia, con una memoria depositata al giudice monocratico della settima sezione penale del tribunale di Milano Anna Calabi.
Le parti civili, oltre a Carla Cico il banchiere brasiliano Daniel Dantas, Banco Opportunity e Telecom Italia, hanno chiesto al tribunale di riconoscere la colpevolezza dell’imputato, sostenendo che questa sarebbe stata provata nel corso del dibattimento e di vedere riconosciuto il risarcimento del danno. Nel dettaglio, per la difesa di Carla Cico, “ferma restando una richiesta di liquidazione del danno (patrimoniale e non patrimoniale) in separato giudizio civile, in questa sede si avanza richiesta di provvisionale, limitatamente a una quota parte del danno non patrimoniale, e segnatamente a una quota parte del cosiddetto danno morale conseguente dal fatto contestato”. In particolare, “si reputa equo indicare quale richiesta di provvisionale la somma di euro 1.850.000, calcolata sulla base della somma – assai prudenziale in un caso siffatto – di euro 250mila circa per ogni anno di durata del procedimento penale brasiliano (7 anni e 5 mesi), salva ogni ulteriore richiesta in separato giudizio civile”. Il legale di Carla Cico, ha specificato, inoltre, che la manager e’ stata assolta completamente nel processo nel Paese sudamericano.
La difesa di Marco Tronchetti Provera, rappresentata dall’avvocato Roberto Rampioni, ha chiesto per il manager “l’assoluzione, in via principale perchè il fatto reato non sussiste e in via subordinata perchè il fatto non costituisce reato”. La sentenza è attesa per il 17 luglio.
Il 1° luglio il pm di Milano Alfredo Robledo ha chiesto due anni di reclusione per il presidente di Pirelli Marco Tronchetti Provera, nell’ambito del processo per ricettazione sui presunti dossier illegali raccolti dalla security di Telecom Italia quando era a capo dell’azienda. Per oggi in aula era atteso l’esame dello stesso Tronchetti Provera, che però non si è presentato. Al termine della requisitoria, il pm ha chiesto inoltre la condanna al pagamento di una multa da 5.000 euro.
Secondo il procuratore aggiunto Robledo, Marco Tronchetti Provera, avrebbe commesso il reato di ricettazione, quando era presidente di Telecom, perchè avrebbe ricevuto, sapendo che provenivano da un reato di hackeraggio, i dati segreti che la security, guidata da Giuliano Tavaroli, aveva “succhiato” dal computer dell’Agenzia di investigazioni Kroll. L’episodio si sarebbe verificato nel pieno dello scontro frontale tra gli imprenditori brasiliani Daniel Dantas e Carla Cico per il controllo della telefonia cellulare in Brasile.
Stando alla ricostruzione dell’accusa, Tronchetti sapeva che quei dati erano di provenienza illecita, ma si fece mandare una finta lettera anonima contenente un dischetto con il materialeche poteva pesare nella battaglia con i brasiliani. Le modalità per far avere a Tronchetti la missiva anonima sarebbero stati concordati in un vertice con il capo dell’ufficio legale di Telecom, l’avvocato Francesco Chiappetta e con il professor Francesco Mucciarelli, difensore del Gruppo. Gli ultimi hanno smentito in aula e il pm ha chiesto di indagarli per falsa testimonianza.