Apple ha violato le norme antitrust. Lo ha deciso il giudice federale chiamato a deliberare sul presunto cartello di Apple con gli editori per aumentare i prezzi dei libri digitali. Lo riporta la stampa americana.
La vicenda inizia nell’aprile del 2012 quando il Dipartimento della Giustizia Usa porta Apple e cinque grandi editori per aver creato un cartello con 5 case editrici del paese (Hachette, HarperCollins, Macmillan, Penguin e Simon&Schuster) per concordare i prezzi degli e-book. La causa antitrust sosteneva che la strategia di Apple di permettere agli editori di stabilire i loro prezzi, richiedendo che essi non vendano i loro e-book a prezzi inferiori altrove, abbia costretto i clienti a pagare cifre molto più alte di quelle che in realtà avrebbero dovuto pagare. Hachette, HarperCollins e Simon&Schuster hanno optato per il patteggiamento.
ll caso è sorto perché gli e-book sono sottoposti ad un regime di vendita diverso dai libri cartacei tradizionali: questi ultimi vengono venduti a un prezzo all’ingrosso deciso dagli editori, circa la metà del prezzo di copertina, al quale si aggiunge il margine del venditore. Gli e-book invece sono offerti tramite il “modello agenzia”, suggerito a suo tempo da Steve Jobs: le case editrici stabiliscono direttamente il prezzo finale sul quale il venditore ottiene il 30%. Il metodo sarebbe stato adottato dalla Apple per impedire ad altri retailer come Amazon – che praticava una politica di prezzi molto aggressiva – di dominare il mercato grazie ai forti sconti: il risultato però è stato quello di far diventare gli e-book più costosi, motivo per cui il Dipartimento ha deciso di aprire un’inchiesta.