L'INTERVISTA

Guerrieri: “Il futuro sarà in Super Hd”

Il direttore generale di Ses Astra Italia: “Porteremo l’alta definizione nelle case degli italiani”

Pubblicato il 12 Lug 2013

Ultra Hd, nuovi satelliti in orbita e una strategia mirata sull’Italia, mercato maturo che però deve colmare un gap con i paesi più avanzati d’Europa, e per questo offre margini di sviluppo al settore. La crisi economica non frena la spinta di innovazione di Ses, tra i maggiori operatori satellitari al mondo, che sta investendo per dare all’Hd in Italia una diffusione capillare e a costi sostenibili. “Il mercato italiano ha ormai coscienza della nostra presenza e del ruolo che potremo avere in questo campo. Entro la fine dell’anno saranno operativi i primi accordi con broadcaster pubblici e privati, per arrivare a definire un bouquet di canali in Hd, non necessariamente a pagamento, con l’offerta che sarà poi implementata gradualmente”.
A parlare è Pietro Guerrieri, direttore generale di Ses Astra Italia, che punta su Hd, Ultra Hd e qualità dell’offerta per aggregare attorno a un unico progetto i player del settore che, per un motivo o per un altro, a oggi risultano fuori dalla “torta” dell’Hd.
Ingegner Guerrieri, qual è oggi, in piena crisi economica, l’importanza di progettare investimenti e proporre soluzioni innovative?
L’innovazione è nel nostro Dna. La nostra esperienza può certamente dare un notevole contributo per lo sviluppo del settore. Oggi portiamo nel mercato italiano quanto già abbiamo realizzato in Germania, dove abbiamo creato una piattaforma per le trasmissioni in Hd, certificando i ricevitori e mettendo a disposizione dei clienti un bouquet iniziale di otto canali in Hd, ormai raddoppiato. L’utente finale acquista il ricevitore con una smart card gratuita per i primi 12 mesi, trascorsi i quali potrà decidere se abbonarsi, con prezzi attorno ai 50 euro l’anno. In 3 anni sono state raggiunte 3 milioni di abitazioni, di cui un milione a oggi ha sottoscritto l’abbonamento. Numeri su cui anche in Italia gli addetti ai lavori vogliono riflettere.
Cosa ha frenato la diffusione dell’Hd in Italia?
Credo sia mancata la lungimiranza e una pianificazione strategica per il lungo periodo, ci si è concentrati troppo nel breve termine e ciò ha rallentato la diffusione dell’Hd nel nostro paese. Ritengo sia una grande limitazione che l’alta definizione sia offerta quasi esclusivamente in pay tv, soprattutto se consideriamo che nelle nostre case ci sono 35 milioni di schermi Hd. È il momento di fare squadra e di sviluppare una parte di mercato trascurata negli ultimi anni, perché un mercato ristretto non conviene a nessuno. Se in pochi trasmettono in Hd, saranno in pochi a creare contenuti per l’Hd, e si genera così un circolo vizioso dal quale diventa difficile venir fuori. Per il mercato italiano è un momento chiave: si possono mettere le basi per fare molto bene, o ci si può avvitare sempre di più. Se si rinuncia all’innovazione ci si condanna a subire il mercato e le scelte di altri.
Ma voi nel frattempo già ragionate di Ultra Hd…
Venti anni fa siamo stati tra i promotori dell’alta definizione. Ora pensiamo all’Ultra Hd da satellite, con soluzioni e costi sostenibili sia per i broadcaster che per i consumatori finali. Gli schermi molto grandi sono sempre più richiesti, e oggi quelli dai 40’’ in su rappresentano più del 40% delle vendite. Si renderà quindi necessario trasmettere immagini a una definizione sempre più alta, e da qui a 10 anni l’Ultra Hd potrà essere il nuovo standard del futuro. Abbiamo già dato vita alle prime trasmissioni di prova, per essere pronti quando sarà il momento.
Il Satellite Astra 2E sarà lanciato il 21 luglio. Cosa rappresenta per Ses?
È una delle nostre iniziative per mantenere giovane la flotta e alti i livelli di servizio. Soprattutto considerando che ci sono mercati emergenti, dall’India al Brasile al Messico, da dove arriva una forte richiesta di servizi che è importante poter soddisfare.

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