“Telecom Italia in un primo momento, dopo la decisione Agcom riconsidererà lo scorporo della rete, ma poi capirà che le resta una sola possibilità per stare sul mercato: ampliare il perimetro della nuova società e così ottenere maggiori benefici regolatori da Agcom”.
Stefano Quintarelli (Scelta Civica) è uno storico esperto della internet italiana ed è tra quelli che applaudono senza dubbi alla decisione di Agcom di tagliare i costi di unbundling e bitstream. “Nel 2006, quando ero presidente di Aiip (Associazione dei principali provider italiani) dicevo che i costi di bitstream erano troppo alti. I miei successori l’hanno ribadito. Ora la scelta di Agcom di tagliarli del 22 per cento sembra dare ragione ai provider”.
Ma quindi il suo giudizio è positivo sulle scelte di Agcom? Non teme possano frenare lo scorporo, gli investimenti in fibra?
Sì, giudizio positivo: migliorerà la concorrenza, se ne avvantaggeranno i consumatori. E no, non credo che avrà grandi conseguenze su Telecom. Ormai non si torna indietro sui costi e sullo scorporo. La Commissione europea potrà forse ritoccarli un pochino, in sede di notifica Agcom, ma non in modo significativo, perché l’Autorità ha deciso sulla base di calcoli oggettivi dei costi sottostanti. Per altro, i costi di unbundling decisi restano all’interno della forchetta già indicata da Agcom. Quelli di bitstream calano di molto, è vero, ma questo è conseguenza del fatto che le tariffe erano troppo alte prima. In autunno Agcom farà importanti analisi di mercato, terrà conto anche dello scorporo, ma ripeto che ormai non si torna più indietro sulla strada intrapresa, verso maggiore apertura e concorrenza.
Perché tanta fiducia? Telecom Italia sta protestando con veemenza e il Cda ora riprenderà in mano il tema dello scorporo e degli investimenti nella nuova rete.
Sì, Telecom in una prima fase potrebbe riconsiderare i piani precedenti. Ma poi si renderà conto che addirittura è meglio potenziare lo scorporo, invece che frenarlo: mettendo nella newco la parte attiva con i Dslam e quindi anche l’accesso bitstream rame e Adsl. Questo perché il presidente Agcom l’ha detto chiaro e tondo: i benefici regolatori saranno proporzionali alla profondità dello scorporo. E Telecom ha bisogno di questi benefici.
E perché c’è bisogno di includere anche il bitstream?
Perché altrimenti sarebbe un processo incompleto e la concorrenza sarebbe castrata, se solo l’unbundling venisse sottoposto alla nuova società. Per il principio della scala (graduale) degli investimenti, è importante anche il bitstream. In Italia non c’è una vera concorrenza all’ingrosso sulla fornitura dell’accesso alla rete: fa tutto Telecom Italia, con poche eccezioni nelle grandi città. La nuova società cambierà le cose ma sarebbe paradossale che lo facesso solo per l’unbundling- e quindi solo in certe zone e per alcuni operatori- e non per il bitstream, cioè in tutta Italia e per tutti i provider.