L'ANNUNCIO

Hulu, niente vendita e via alla ricapitalizzazione

Smentiti i rumors sulla cessione mentre si annuncia un’iniezione di 750 milioni di dollari “per finanziare la crescita”

Pubblicato il 15 Lug 2013

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Hulu non è in vendita. I proprietari del sito che consente di vedere in streaming online video, programmi e film, ovvero 21st Century Fox, Comcast, NbcUniversal e Walt Disney, hanno detto che intendono mantenere il possesso di Hulu e, anzi, che investiranno 750 milioni di dollari in contanti per finanziarne l’ulteriore crescita.

Da tempo la società, fondata a marzo 2007, aveva suscitato gli appetite di potenziali compratori, prima fra tutti Yahoo, ma anche Time Warner Cable e DirecTV. A maggio alcune fonti finanziarie l’avevano valutata fino a 2 miliardi di dollari.

Ma Chase Carey, presidente e Coo (Chief Operating Officer) della 21st Century Fox, è stato chiaro: “Riteniamo che il miglior percorso per Hulu sia una significativa ricapitalizzazione che ne accelererà ulteriormente la crescita sotto la struttura dell’attuale proprietà. Abbiamo avuto interessanti colloqui – ha proseguito – con un certo numero di potenziali partner e compratori, ognuno con progetti e offerte singificative, ma insieme con 21st Century Fox e Disney abbiamo concordato di continuare a rafforzare la squadra di Hulu e proseguire nell’incredibile percorso che abbiamo costruito negli ultimi anni”.

Gli esperti fanno notare che vendere Hulu in realtà non è così facile, perché ha soltanto contratti a breve termine con i fornitori di contenuti, perciò il potenziale acquirente dovrebbe occuparsi di rinnovare questi contratti o cercare altrove, modalità non certo economica.

D’altra parte la società ha alcuni forti competitor come Netflix e Amazon, ma da parte sua Hulu e il servizio premium Hulu Plus hanno un buon seguito e dispongono di 750 milioni di dollari in contanti.

Le ultime voci su un eventuale acquisto di Hulu si sono diffuse il mese scorso quando è emerso l’interessamento di Yahoo. Secondo il sito specializzato All Things Digital, l’azienda guidata da Marissa Mayer era disposta a mettere sul piatto un’offerta compresa fra 600 e 800 milioni di dollari.

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