I venture capitalist scommettono sempre meno sui social media negli Usa. Secondo gli esperti di venture capital di CB Insights, nell’ultimo trimestre fiscale le reti sociali hanno rastrellato solo il 2% del capitale di rischio destinato alle imprese incentrate su Internet, un autentico crollo rispetto al picco del 2011 quando i social network si aggiudicarono una fetta del 21% dei finanziamenti destinati alle Internet companies, con una raccolta complessiva di circa 3,8 miliardi di dollari.
Secondo CB Insights, dal 2010 fino al secondo trimestre 2012, le aziende di social media tra cui Twitter, Facebook, Pinterest ed altri hanno ricevuto costantemente almeno il 6% dei finanziamenti rivolti alle Internet-based companies.
Ma, su tre dei quattro ultimi trimestri fiscali, le start up con un business model incentrato sulle reti sociali hanno ottenuto soltanto il 2%. E la quota sarebbe ancora inferiore se nel conto non fosse compreso un significativo investimento di 200 milioni di dollari in Pininterest, il social network per lo scambio di foto, da parte di alcuni imprenditori tra cui Valiant Capital.
Alcuni analisti hanno confrontato questo crollo nei finanziamenti alla “bolla di Internet” del 2000-2001, quando molte delle Internet companies di successo dispersero tutto il loro venture capital e furono costrette a chiudere.
Secondo Anand Sanwal, fondatore di CB Insights, “i venture capitalist adesso preferiscono puntare su big data e cloud, anche se non c’è paragone perché l’esperienza social è stata unica e probabilmente analoga all’esplosione dell’e-commerce nel 2000”.
“Ancora una volta – è il commento di Ashlee Vance, esperto finanziario di Bloomberg Businessweek – 11 anni dopo il boom del fenomeno dot.com al Nasdaq, la Silicon Valley sta raggiungendo la saturazione”. “Siamo certamente nel pieno di un’altra bolla – aggiunge Matthew Cowan, co-fondatore della società di investimenti hi-tech Bridgescale Partners –trainata dai social media e dalle applicazioni consumer-oriented”.