Il faro dell’Antitrust si posa di nuovo su Telecom Italia per comportamenti anticoncorrenziali nella telefonia fissa e in particolare nella manutenzione della rete in rame. L’Authority ha esteso al gruppo guidato da Franco Bernabè un’istruttoria avviata lo scorso mese di marzo, su denuncia di Wind, nei confronti di sei aziende di manutenzione della rete – Alpitel, Ceit impianti, Sielte, Sirti, Site e Valtellina – sospettate di fare cartello sui servizi di manutenzione offerti ai concorrenti di Telecom Italia. Il provvedimento dell’Antitrust, datato 11 luglio, sostiene che “nella documentazione acquisita nel corso dell’istruttoria emerge che Telecom Italia avrebbe svolto un ruolo di coordinamento” tra le società di manutenzione. Quello di Telecom sarebbe “un ruolo di raccordo tra le parti, anche in relazione alle posizioni rappresentate (le condizioni tecniche ed economiche) nel mercato dei servizi tecnici accessori più precisamente delle attività di manutenzione correttiva”.
Telecom, infine, avrebbe svolto “un ruolo di raccordo tra le parti anche in relazione alle posizioni rappresentate all’autorità per le Comunicazioni”. In sintesi, Telecom avrebbe suggerito alle aziende di manutenzione ciò che dovevano rappresentare all’Agcom per giustificare il prezzo mensile di 2 euro, che peraltro contribuisce a fissare la tariffa finale di unbundling di 9,28 euro al mese per l’affitto dell’ultimo miglio della rete in rame. Tariffa rivista, non senza polemiche, venerdì scorso dall’Agcom che l’ha abbassata a 8,68 euro. Uno dei motivi addotti per il taglio delle tariffe di unbundling è stato il costo di manutenzione ingiu
“L’indagine dell’Antitrust arriva nel pieno della polemica tra Telecom Italia e Agcom sulle tariffe di affitto della rete. Tra le principali motivazioni che hanno portato l’Agcom a decidere la riduzione dei canoni di affitto della rete c’e’ il la revisione dei costi di manutenzione”, notano gli esperti di una sim.
L’istruttoria dell’Antitrust nei confronti di Telecom Italia arriva dopo che ieri i legali dell’azienda hanno sollecitato i giudici del Tar a fissare al più presto la discussione nel merito, sulla sanzione di 103 milioni di euro inflitta per abuso di posizione dominante nelle infrastrutture di rete.
La maxi multa è stata inflitta dall’Antitrust a Telecom Italia dopo un’istruttoria durata tre anni. Il Garante ha ritenuto che con due distinte condotte l’azienda telefonica ha difeso le sue quote di mercato nella fornitura dei servizi di accesso all’ingrosso alla rete locale e alla banda larga ostacolando l’offerta dei concorrenti alla clientela finale. La maxi multa (per complessivi 103,794 milioni di euro) è l’unione di due sanzioni distinte. La parte piu’ “salata” della multa (88 milioni di euro) è relativa al fatto che, secondo l’Autorità, il Gruppo ha opposto ai concorrenti un numero ingiustificatamente elevato di rifiuti di attivazione dei servizi all’ingrosso.
Oltre 15 milioni di euro di sanzione sono invece legati al fatto che Telecom ha attuato una politica di scontistica alla clientela business per il servizio di accesso al dettaglio alla rete telefonica fissa, tale da non consentire a un concorrente di operare nello stesso mercato. Sanzioni entrambe contestate da Telecom, che ha fin da subito assicurato di aver sempre garantito la parita’ di accesso alla rete a tutti gli operatori, nel rispetto delle normative vigenti.