Salvi i blog, sanzioni per siti giornalistici online. È stato sciolto in Commissione giustizia alla Camera, grazie a un’intesa raggiunta tra Pd e Pdl, il nodo dei siti Internet contenuto all’interno del testo di legge sulla diffamazione che è in questi giorni in discussione a Montecitorio. L’obbligo di rettifica, e le sanzioni in caso di pubblicazione di notizie diffamatorie, varranno solo, appunto, per le testate web registrate e con un direttore responsabile.
Su proposta dei relatori Enrico Costa (Pdl) e Walter Verini (Pd), e con il parere favorevole del governo, è stata infatti approvata una riformulazione agli emendamenti presentati da Gianfranco Chiarelli (Pdl) e Donatella Ferranti (Pd) che proponevano di estendere le norme della legge sulla stampa del 1948 anche ai siti Internet. Il Movimento 5 Stelle ha votato contro, Sel si è astenuta, mentre hanno votato a favore Pd, Pdl, Scelta civica e Lega.
La proposta Chiarelli parlava genericamente di “siti informatici”, con il rischio che fossero ricompresi in questa definizione anche i blog. Il testo Ferranti si riferiva invece ai “siti aventi natura editoriale”. La nuova formulazione proposta dei relatori, approvata in Commissione giustizia alla Camera per evitare equivoci sui blog o i social network, stabilisce invece che l’obbligo di rettifica, già vigente per i giornali cartacei, varrà anche, ed esclusivamente, per “le testate giornalistiche on line registrate ai sensi dell’articolo 5 della legge” sulla stampa.
Per quanto riguarda l’emendamento Chiarelli, dopo la riformulazione sparisce la parte che prevedeva il carcere e l’oscuramento dei siti web fino a 3 anni, in caso di mancata rettifica o mancato pagamento della multa.
Sparisce inoltre il carcere per la diffamazione a mezzo stampa, la sanzione per chi diffama passa da 5 a 10mila euro e il risarcimento al diffamato resta senza tetto (Costa lo metteva a 30mila euro) perché, dicono gli esperti, un limite sarebbe anticostituzionale.
I libri dovranno rettificare solo in riedizione (proposta di Mariastella Gelmini). Spazio alle rettifiche, ma “senza commento” (Stefano Dambruoso di Scelta civica). Insieme Costa e Verini firmano la norma su una sanzione da 20 a 60mila euro per le “macchine del fango”. Il testo recita così: “Se l’offesa consiste in un fatto determinato falso, la cui diffusione sia avvenuta con la coscienza della sua falsità, si applica la pena della multa da 20 a 60mila euro”.
Infine i direttori potranno “delegare le funzioni di controllo a uno o più giornalisti professionisti idonei a svolgere le funzioni di vigilanza”.