Quattro passaggi che segnano la strada del “progresso”, ossia del miglioramento dell’efficienza e dell’efficacia della Pubblica amministrazione consentito dalle tecnologie a disposizione: da soluzioni singole a soluzioni condivise; da singoli server a datacenter; da “fisico” a “virtuale” e da software acquisito a cloud. Sono i passaggi indicati nel corso del convegno “Agenda Digitale regionale e nazionale: punti per uno sviluppo comune” tenutosi a Bologna a fine giugno, in cui al centro della discussione vi era la costruzione di un sistema nazionale, frutto della condivisione
ed integrazione delle soluzioni adottate nelle Regioni.
Il tema è come “liberarsi” di macchine e server “in proprio” e accedere a macchine virtuali e spazio virtuale per ridurre i costi e mettere in sicurezza il patrimonio di dati dei singoli enti, piccoli e grandi. L’Emilia-Romagna in linea con gli indirizzi nazionali dell’Agenzia per Italia Digitale, si sta muovendo verso la progettazione, realizzazione e messa a disposizione di pochi datacenter, disponibili a tutti gli enti, per scopi di calcolo, storage, disaster recovery, backup, business continuity. Le pubbliche amministrazioni stanno iniziando ad utilizzare datacenter, virtualizzazione e servizi cloud, grazie all’opportunità di migliorare la sicurezza e risparmiare sui costi della gestione.
La situazione attuale in termini di infrastrutture vede la presenza di diversi datacenter connessi alla rete Lepida e la strategia ora delineata è quella di identificare pochi luoghi in Regione, di proprietà del pubblico, meglio se inalienabili, in cui collocare i datacenter della Pubblica amministrazione – ad esempio il Tecnopolo di Bologna, l’ex Ortofrutticolo di Ferrara, il DUC2 di Parma – e di individuare un modello di investimento e di gestione. L’idea è di fare circolare i fornitori attorno alle macchine ed ai servizi del pubblico e non viceversa come è spesso accaduto sino ad ora, abbattendo così barriere di uscita ed avendo un sistema molto più flessibile.
Questo processo vede anche la possibilità di coinvolgere privati che abbiano interesse a sviluppare una analoga filiera, appunto per il segmento privato, cercando di realizzare sinergie ed ottimizzazioni nella compartecipazione pubblico privato. Motore dell’implementazione di queste strategie è lepidaspa che, assieme ad altre inhouse con esperienza nel settore, quali Cup2000, si sta muovendo per realizzare il modello e l’infrastruttura in modo graduale e condiviso.