Ho letto la replica degli avvocati Sarzana, Pierani e Scialdone ad alcune mie osservazioni contenute in un articolo pubblicato ieri su questa testata. Non credo sia il caso di prolungare oltre questo scambio indiretto di opinioni: tutti i soggetti interessati avranno modo di rappresentare le loro valutazioni e richieste all’Autorità nell’ambito della consultazione pubblica.
Senza voler in alcun modo alimentare sterili polemiche, mi permetto solo di rispondere con un sorriso alla pretesa dei tre avvocati di insegnarmi a leggere un dossier del Servizio studi della Camera dei deputati. Allo stesso modo, pur con tutto il rispetto per il senatore Vita, dubito che possa essere citato per impartirmi una lezione in materia di gerarchia delle fonti del diritto. Quanto, poi, al fatto che si dia attuazione a un testo legislativo a distanza di dieci anni (ma allora, forse una legge c’è?), l’attuale Consiglio non è certo responsabile del ritardo e, comunque, a mio sommesso avviso le leggi non sono soggette a scadenza come gli alimenti.
Ringrazio, infine, per la preoccupazione per le notti che sarò costretto a passare in via Isonzo per smaltire le richieste di rimozione che l’Agcom riceverà. In nome della tutela del diritto d’autore cercherò di farmene una ragione, sperando che i miei interlocutori impieghino almeno una piccola parte del loro tempo a leggere con più attenzione le delibere dell’Autorità e le norme primarie cui esse scrupolosamente si attengono.
E sperando, soprattutto, che vogliano ricondurre il confronto nei binari del rispetto.