Generali intende uscire da Telecom Italia, ma alle “migliori” condizioni, visto che oggi il titolo è “ampiamente sottovalutato”. Lo ha detto il Group Ceo del Leone Mario Greco, stamani in conference call con le agenzie di stampa, aggiungendo che Generali, secondo azionista di Telco con il 30,58%, non ha ancora deciso cosa farà rispetto al patto di sindacato di Telco, la holding azionista di riferimento di Telecom Italia, che scadrà a settembre.
“La situazione di Telecom Italia – ha detto Greco – cambia abbastanza in fretta, ci sono state molte novità negli ultimi mesi e tanti cambiamenti di scena, va valutato momento per momento. Per noi è un asset che ha un valore importante e in questo momento è ampiamente sottovalutato”.
“Vogliamo realizzare anche lì – ha ribadito il manager – il massimo valore: non siamo investitori strategici di Telecom, non è il nostro business. Abbiamo in questo momento un pacchetto consistente e vogliamo valorizzarlo, vogliamo sicuramente in futuro uscire da questo asset, ma alle condizioni migliori per le Assicurazioni Generali”.
Generali segue precisi criteri contabili, dettati da normative internazionali, per la svalutazione delle partecipazioni e, dopo un’attenta analisi, ha stabilito che “non sussistevano elementi oggettivi, e non soggettivi, per svalutare Telco. Non c’era spazio per una svalutazione”. Lo ha detto il Group Cfo del Leone Alberto Minali, chiarendo che “non è nelle facoltà del direttore finanziario” decidere di svalutare una quota senza tenere conto dei criteri contabili internazionali.
“Rispettiamo tutti – ha continuato Minali – ma non ci occupiamo molto delle scelte altrui”. Generali, contrariamente ad altri soci di Telco, non ha svalutato la partecipazione “perché – ha concluso – non c’era alcuna base per una decisione simile. Se la situazione cambierà, riconsidereremo la questione”.
Lo scorso 21 giugno, Alberto Nagel l’ad di Mediobanca, altro azionista di Telco, ha dichiarato l’intenzione di uscire dal patto di sindacato a settembre. Spiegando l’uscita dall’azionariato di Telecom, Nagel ha sottolineato che l’operazione mira ad accelerare il processo di consolidamento del settore delle tlc in atto. “Rimanere sarebbe negativo per gli azionisti e per Telecom stessa – ha spiegato Nagel – La premessa è che Mediobanca non può essere socio di lungo termine di Telco, quando la holding è stata fatta serviva per istituzionalizzare la governance di Telecom in maniera particolare: ora rimanere sarebbe qualcosa di negativo per gli azionisti di Telco e e per Telecom stessa”. Secondo il manager “bisogna creare un azionariato che sia coerente con il business e coi peers all’estero dove non ci sono situazioni come Telco”.
Gli altri azionisti di Telco, che detiene il 22,4% del gruppo telefonico, sono Telefonica, con il 46,18% del capitale, Intesa Sanpaolo e Mediobanca con il 11,62% ciascuna.