Agenzia per l'Italia Digitale

Agid, Statuto ritirato dal governo per la seconda volta

Lo statuto torna nelle mani della Presidenza del Consiglio che ora aspetta la fine dell’iter del decreto del Fare per rimandarlo alla Corte dei Conti. Cambierà la governance, come previsto, e il personale sarà ridotto a 130 persone dai 150 previsti nella precedente versione

Pubblicato il 02 Ago 2013

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Lo Statuto dell’Agenzia per l’Italia Digitale è tornato di nuovo – per la seconda volta – nelle mani della Presidenza del Consiglio, che ora dovrà riscriverne le parti relative alla governance. “Ma aspetterà la fine dell’iter del decreto del Fare, quindi probabilmente l’8 agosto… e poi lo manderà di nuovo alla Corte dei Conti, di cui quindi dovremo aspettare i tempi tecnici di approvazione”, fanno sapere fonti vicine all’Agenzia.

Il Governo infatti ha ritirato ancora lo Statuto dalla Corte dei Conti per tenere conto delle modifiche presenti nel decreto. Certo l’Agenzia viene sottoposta alla vigilanza unicamente del Presidente del Consiglio. Ma forse nel nuovo testo si chiarirà anche il ruolo, relativamente all’Agenzia, della cabina di regia voluta dal decreto. Presieduta dal Presidente del Consiglio o da un suo delegato, presenterà al Parlamento un quadro complessivo delle norme vigenti, dei programmi avviati e del loro stato di avanzamento; delle risorse disponibili che costituiscono nel loro insieme l’Agenda digitale. La cabina di regia si avvarrà di un Tavolo permanente, composto da esperti e rappresentanti delle imprese e delle università, presieduto da Francesco Caio, nominato dal governo commissario per l’attuazione dell’Agenda digitale. Allora il nuovo Statuto potrebbe definire meglio anche l’interazione tra Caio e Ragosa (che già da settimane per altro hanno cominciato a collaborare in un ruolo paritetico, a quanto risulta). Resta inoltre il giallo su chi sarà materialmente il coordinatore dell’Agenzia in seno alla Presidenza: certo sarà qualcuno vicino al presidente Letta.

Il nuovo Statuto anche taglierà a 130 le persone di cui l’Agenzia potrà disporre, contro le 150 indicate nel primo Statuto (un numero elevato che aveva già destato polemiche). Adesso sono 100 le persone che l’Agenzia ha già a disposizione, avendo incorporato funzioni e personale di due enti, DigitPA e l’Agenzia per la diffusione delle tecnologie per l’innovazione. Una volta approvato lo Statuto, quindi, l’Agenzia potrà potenziarsi e anche emanare primi atti formali. Com’è noto, nelle more dello Statuto, Agostino Ragosa sta lavorando a vari atti firmandoli formalmente in qualità di commissario della Presidenza del Consiglio e non di direttore dell’Agenzia.

La buona notizia per l’Agenzia è che il Governo intende chiudere presto il decreto del Fare e quindi è molto probabile che al Senato passi senza modifiche e quindi si concluda lì l’iter. Ma c’è poi tutto agosto di mezzo e appare improbabile che la Corte approvi il testo prima di settembre. Si prolunga quindi, con questo ulteriore e forse inevitabile strascico, la telenovela dell’Agenzia. Proprio oggi l’ha ricordato Roberto Sambuco, capo dipartimento Comunicazioni al Mise, su Twitter: “Lo Statuto dell’Agenzia per l’Italia Digitale è in ritardo di 230 giorni. Senza, l’Agenzia non è operativa. #agendadigitale?”. Un punto di domanda che forse si scioglierà da settembre in poi.

https://twitter.com/AlessLongo

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