“Le riforme dell’immigrazione e dei visti sono necessarie per dare impulso all’economia statunitense e al mercato del lavoro”: lo ha detto Mark Zuckerberg, Ceo di Facebook, tornando a fare pressione per l’approvazione di una legge che favorirebbe l’ingresso negli Usa di nuovi ingegneri ed esperti di nuove tecnologie.
Parlando a un evento pubblico, Zuckerberg, che a primavera ha fondato una lobby dell’industria tecnologica americana insieme ad altri player come Linkedin e Zynga, ha tenuto a chiarire che non sta solamente cercando di garantire un alto numero di visti H1B (quelli per professionisti laureati) a favore delle aziende della Silicon Valley.
“Si tratta di qualcosa – ha spiegato – che noi crediamo veramente importante per il futuro del nostro Paese”.
A marzo scorso un gruppo di dirigenti del settore hi tech ha scritto una lettera al presidente Usa Barack Obama, sostenendo che l’attuale sistema “non funziona” perché, a causa di mancanza di visti, ritardi nelle assegnazioni delle green card e altri problemi, impedisce le assunzioni e la ricerca.
Ad aprile è uscita sui giornali la notizia della lobby della Silicon Valley fondata da Mark Zuckerberg. È il primo grande “super-Pac”, ovvero gruppo di azione politica dell’industria della tecnologia americana. Per farne parte occorre sborsare un milione di dollari e nelle sue casse ci sarebbero già 20-25 milioni di seed money, il che ne farebbe la lobby più ricca della Silicon Valley. Primo obiettivo: far approvare la riforma dell’immigrazione per accrescere il flusso di ingegneri e lavoratori specializzati che arrivano negli Stati Uniti.
A giugno scorso il Senato ha approvato un testo che, tra le altre cose, aumenta il numero di visti H1B disponibili e favorisce la legalizzazione degli immigranti attualmente fuori legge, ma la legislazione deve passare alla Camera, dove rischia l’opposizione di chi la considera troppo “lassista”.