Moody’s ha posto sotto osservazione i rating di Telecom Italia per un possibile downgrade: lo ha comunicato la stessa agenzia spiegando che la decisione fa seguito alla pubblicazione dei risultati del secondo trimestre, della revisione della guidance e delle nuove previsioni del management della telco italiana.
L’attuale valutazione Baa3 che Moody’s dà a Telecom Italia potrebbe essere abbassata, per i dubbi che l’agenzia nutre sulla raggiungibilità dei target finanziari 2013. Il downgrade sarebbe però scongiurato con un rapporto debito netto aggiustato su Ebitda stabilmente sotto quota 2,8.
“La nostra decisione di mettere i rating di Telecom sotto osservazione per un downgrade è determinata principalmente dal deterioramento dei suoi ricavi e del margine operativo lordo domestici, dovuti al peggioramento dell’economia, all’aumento della disoccupazione, a effetti regolatori sfavorevoli e a una concorrenza più intensa in Italia”, ha spiegato Carlos Winzer, senior vice president di Moody’s e lead analyst per Telecom Italia.
Come risultato della situazione evidenziata dai conti del secondo trimestre “è probabile che Telecom Italia faccia fatica per raggiungere l’obiettivo sulla posizione finanziaria netta reported sotto 27 miliardi entro fine anno”, dice la nota di Winzer. Il mancato raggiungimento del target metterebbe il rating sotto pressione. Moody’s nota che “un downgrade potrebbe risultare se la società non riuscisse a ridurre in modo sostenibile il rapporto tra debito netto aggiustato ed Ebitda a un livello inferiore a 2,8″, in partcolare facendo scendere 1uesto rapporto sotto quota 2,5. A fine 2012, secondo i dati diffusi a inizio marzo di quest’anno, il rapporto era a 2,43.
Uno degli elementi fondamentali che peserà sulle valutazioni di Moody’s è come il gruppo reagirà alle pressioni competitive nel mobile e affronterà i maggiori rischi implementando la solidità del bilancio e riducendo i rischi finanziari. Nel secondo semestre 2013 Telecom continuerà ad avere a che fare in Italia con un contesto difficile e anche se l’esposizone internazionale mitiga parzialmente gli effetti negativi del mercato domestico sui ricavi, i tassi di crescita inferiori alle attese di Tim Brasil potrebbero pesare sulla capacità del gruppo di rispettare la guidance finanziaria.
Secondo Moody’s la riduzione delle stime di Ebitda dimostra le difficoltà del management nello stimare l’andamento del mercato e la riduzione dei dividendi potrebbe non essere sufficiente a bilanciare l’impatto negativo sul cash flow delle performance inferiori alle attese.
La nota di Moody’s arriva a pochi giorni di distanza dal downgrade di Fitch, che ha abbassato il rating di lungo termine di Telecom Italia a ‘BBB-‘ da ‘BBB’, con outlook negativo, ultimo gradino dell’investment grade. Il taglio, ha spiegato l’agenzia, riflette il peggioramento delle condizioni operative nel mercato domestico a causa della pressione normativa, della guerra dei prezzi nel settore mobile e della debolezza del contesto economico. Secondo Fitch l’erosione della generazione di cash flow sembra destinata a continuare nel 2014.
Il fronte del rating risulta comunque spaccato: Barclays ha confermato sul titolo Telecom la raccomandazione neutral e il target price a 0,57 euro, aggiungendo tuttavia che la società italiana è legata operativamente al contesto nazionale e alle soluzioni per risolvere il problema dell’indebitamento; mentre Jp Morgan ha ridotto il target price delle azioni ordinarie a 0,46 euro da 0,55 euro e si è detta preoccupata “dai rischi sulle attese del consensus”.
Deutsche Bank ha tagliato il target price delle azioni, da 1,1 a 0,9 euro, ma ha confermato a buy il rating, indicando che un deal potrebbe raddoppiare il valore del titolo (in particolare, l’accordo con 3 Italia, ma anche la cessione di Tim Brasil). Equita Sim ha ridotto il target price a 0,6 euro e tagliato la stima di Ebitda di fine anno del 2%. Più alto il target di Kepler Cheureux, limato a 0,8 euro da 0,85 euro: gli esperti giudicano i conti deboli ma continuano a mantenere un giudizio positivo sul titolo (buy) alla luce dell’attraente profilo di rischio/rendimento in vista di due possibili cambiamenti strutturali: lo spin-off della rete e il consolidamento nel segmento mobile delle tlc.