IL DECRETO

Vietnam, divieto di news su blog e social network

Un decreto vieta agli utenti di condividere articoli e notizie e consente solo “scambio di informazioni personali”. Contrari Google e Facebook ma il governo replica: “Più controlli servono anche a proteggere il copyright online”

Pubblicato il 02 Set 2013

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Arriva la censura sulla Rete in Vietnam. È in vigore da ieri una legge che vieta agli internauti del Paese asiatico di discutere di attualità online. Il decreto 72 impone di non utilizzare blog e social network per condividere articoli e notizie, ma solo per lo scambio di informazioni personali. La lunga lista delle attività proibite include “pratiche superstiziose” e “disprezzo verso costumi e tradizioni locali”. La legislazione chiede alle aziende locali di monitorare i siti per verificare la presenza di contenuti illegali e impone ai fornitori stranieri di impiegare solo server interni ai confini locali. Per il momento il provvedimento non specifica le pene previste per gli inadempienti, che verranno definite da una norme successive.

Critiche sono immediatamente piovute sul provvedimento da parte delle aziende ma anche da gruppi internazionali per i diritti umani e dal governo statunitense attraverso la sua ambasciata ad Hanoi. Google e Facebook, tra gli altri, hanno comunicato il loro disaccordo per le nuove regole che, sostengono, vanno contro l’innovazione e la volontà di chi vuole investire nel Paese.

Le autorità comuniste alla guida del Paese hanno replicato che, seppure la maggior parte degli utenti “comunicano attraverso Internet in maniera civile”, altri usano i social media per “diffamare prestigio ed onore delle persone” e “incitano all’ostilità verso il governo”. Inoltre, secondo la dirigenza, un giro di vite sull’utilizzo di Internet aiuterebbe a difendere il copyright in Rete, che in Vietnam non è tutelato in alcun modo.

Sono 35 i blogger o scrittori online finiti in carcere dall’inizio dell’anno in Vietnam, che per libertà d’informazione è al 172° posto al mondo su 179 in lista, subito dopo la Repubblica popolare cinese e prima dell’Iran. Si stima che almeno 1/3 dei quasi 90 milioni di vietnamiti abbia un accesso abituale a internet e che 12 milioni possano già subire una qualche forma di controllo governativo.

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