Il presidente esecutivo di Telecom Italia Franco Bernabè punta a presentare al consiglio del 19 settembre – dove verrà presentato il piano industriale – una proposta per il riassetto della struttura societaria del gruppo. Lo riporta la Reuters, citando fonti vicine alla vicenda. “Bernabè vuole presentarsi in consiglio con una ipotesi” di soluzione, dice la prima fonte mentre per la seconda il presidente di Telecom “punta a trovare un cavaliere bianco entro il board del 19”. Il patto di sindacato di Telco, la holding che controlla il 22,4% di Telecom, scade nel febbraio 2015, ma consente ai soci di uscire dal capitale entro marzo 2014, annunciando la decisione entro fine settembre 2013. I soci italiani, Generali, Intesa Sanpaolo e Mediobanca, non hanno fatto mistero della loro disponibilità a valorizzare la partecipazione mentre si aspetta un pronunciamento da Telefonica, maggior azionista singolo della holding.
In questo contesto i principali azionisti italiani di Telecom riuniti nella holding Telco sono stati approcciati con richieste di informazioni da alcune società di telecomunicazioni estere, ma al momento non ci sono state manifestazioni di interesse. “Tutti i soci italiani sono stati approcciati con richieste di informazioni dalle società estere citate dalla stampa (Sawiris, At&T, la America Movil di Carlos Slim ndr)”, confida una fonte ancora alla Reuters, precisando però che “non ci sono state manifestazioni di interesse”. Non si sarebbero fatti vivi invece gli altri big della telefonia europei, come Vodafone. Convitato di pietra, Telefonica che detiene la quota di maggioranza relativa di Telco “e dovrà decidere se aumentare la sua quota o uscire”, dice la fonte che su questo punto delinea un panorama diverso da quanto riferito nei giorni scorsi a Reuters da altre fonti.
Nel pomeriggio è arrivata però la smentita di America Movil circa i colloqui con gli azionisti di Telecom Italia per l’acquisto di quote. “Posso smentirlo categoricamente”, ha dichiarato il Cfo Carlos Garcia Moreno telefonicamente a Reuters. “Non abbiamo avuto alcun contatto”.
La stampa oggi parla di un possibile focus sul gruppo da parte di Sawiris, che già un anno fa si era detto disponibile ad entrare in Telecom con un aumento di capitale riservato a prezzi di mercato (all’epoca circa 0,7 euro per azione). L’offerta era stata rifiutata dai soci Telco. Secondo la stampa questa ipotesi sarà proposta nuovamente dal numero uno di TI, Franco Bernabè, nel Cda del 19 settembre e vi sarebbe ora una maggior apertura da parte dei soci italiani, ma non da parte di Telefonica.
A Bruxelles per una conferenza internazionale degli operatori di telefonia mobile, Bernabè ha sottolineato che “in Europa in questo momento c’è grande movimento nel settore delle tlc, quindi è evidente che sui giornali ci sono le ipotesi più disparate su quel che potrebbe avvenireTutto quel che sarà deciso se sarà deciso verrà discusso a partire dal cda del 19 settembre”.
“C’è molto da dire – ha continuato Bernabè, parlando nella sua qualità di presidente del Gsma – sul processo di concentrazione in corso nel settore: siamo un’industria frammentata, e c’è una forte concorrenza dentro il settore e fuori. Abbiamo bisogno di molti investimenti e di sostegno per questi investimenti”.
Alcune indiscrezioni parlano poi di un altro tentativo di Hutchison Whampoa per una fusione con TI, mentre altre fonti di stampa citano un interesse di America Movil, eventualmente come partner di Telefonica. Questa ipotesi, nota Intermonte, dovrebbe passare l’esame dell’Antitrust brasiliano e sarebbe comunque ancora in fase di studio, quale alternativa allo stallo dell’Opa su Kpn. Se nulla di questo accadesse, invece, Telco potrebbe essere sciolta e Telefonica diverrebbe il primo socio di Telecom, essendo poi costretta a rivedere la presenza in Brasile.
“Un eventuale aumento di capitale riservato a un socio industriale, a prezzi di mercato o a premio come forse vorrebbero i soci Telco, consentirebbe di evitare il downgrade” del rating di credito, “limitando la diluizione che si avrebbe se fosse fatto sul mercato e non garantito”, spiega Intermonte, secondo cui verrebbe evitata anche “la pressione perché TI venda la rete o il Brasile. Il potenziale speculativo per il titolo nel breve sarebbe più limitato però rispetto alle altre ipotesi”. Su Telecom la raccomandazione è neutral, con target price a 0,60 euro.
“Calcoliamo che Telecom necessiti di circa 3,4 mld euro di aumento di capitale per scendere ad un rapporto debito/Ebitda di 2 volte. La presenza di un investitore disposto a coprire la maggior parte dell`offerta a prezzi di mercato ridurrebbe drasticamente il rischio di pressione sul prezzo del titolo”, commenta Equita in merito all’ipotesi Sawiris. Gli esperti stimano che “il PE di Telecom, dopo tale offerta, passerebbe da circa 5 volte a circa a circa 6,4 volte, restando quindi su livelli molto contenuti per una società che a quel punto avrebbe una situazione finanziaria equilibrata e un business che ci aspettiamo essere prossimo alla stabilizzazione. L`ostacolo maggiore potrebbe essere rappresentato da Telefonica e dalle divergenze sugli sviluppi in America Latina. Telecom”, ricorda Equita, “potrebbe aggiornare sulle opzioni strategiche il prossimo 19 settembre”. Il rating sul titolo è hold, con target price a 0,6 euro.
Telecom Italia oggi è stata regina della seduta a Piazza Affari. I titoli del gruppo di tlc hanno messo a segno la migliore performance del Ftse Mib registrando un balzo dell’8,39% a 0,607 euro, dopo aver toccato un massimo di giornata a 0,614 euro. Per gli scambi è stato boom, con oltre 555 milioni di titoli passati di mano, a fronte di una media dell’ultimo mese di 106 milioni.