Ha paragonato Dell a una dittatura e si è ispirato alla battuta di un attore americano per dire che al Consiglio di amministrazione “non importa nulla” di chi e come prenderà il controllo del produttore di pc. Così l’investitore attivista Carl Icahn ha annunciato agli azionisti del gruppo di rinunciare alla lotta per aggiudicarsi la proprietà di Dell.
In una lettera il miliardario ha scritto che “sarebbe impossibile vincere la battaglia” contro il fondatore e amministratore delegato della società Michael Dell, che insieme al fondo Silver Lake ha offerto 24,8 miliardi di dollari per rilevare il gruppo. Giovedì 12 settembre gli azionisti di Dell voteranno sull’operazione. Il voto è slittato due volte, proprio a causa dell’opposizione di Icahn che ha obbligato lo stesso Dell ad alzare la sua offerta, pari a 13,75 dollari per azioni (10 centesimi di più di quanto originariamente proposto nel febbraio scorso) più un dividendo speciale da 13 centesimi.
Proprio in merito al posticipo, Icahn ha scritto che “molte delle dittature che funzionano hanno semplicemente bisogno di posticipare il voto per vincere”. E ancora: “il cda di Dell, come molti altri in questo Paese, mi ricordano le ultime parole di Clark Gable nel film ‘Gone with the Wind’: non gliene importa nulla”.
Carl Icahn e il fondo Southeastern Asset Management avevano presentato a maggio presentato un’offerta alternativa al buyout di Dell (con conseguente uscita dalla Borsa) annunciato il 5 febbraio 2013 dall’azienda produttrice di computer su iniziativa di un consorzio guidato dal suo fondatore Michael Dell. I due avevano offerto 12 dollari per azione in contanti o azioni di nuova emissione, spiegando che la nuova proposta consentirebbe agli azionisti di mantenere una quota nella società e sarebbe per questo più vantaggiosa, sebbene più bassa dei 13,65 dollari offerti da Michael Dell e Silver Lake.