La notizia non è ancora ufficiale, ma è stata confermata da più fonti. Ad inizio pomeriggio il collegio Barroso ha raggiunto un accordo definitivo sul regolamento europeo per il completamento del mercato unico delle tlc. L’adozione formale è stata riconfermata a domani a domani. Ma sembra che dopo una battagliata riunione, i commissari più scettici sul piano – non pochi a dire il vero – siano stati convinti a sotterrare l’ascia di guerra anche in virtù del decisivo intervento del presidente della Commissione José Barroso. Lo stesso Barroso introdurrà le principali linee guida del regolamento nel suo annuale discorso sullo stato dell’Unione previsto per domani a Strasburgo. Per i dettagli occorrerà attendere invece giovedì, quando il commissario per l’agenda digitale Neelie Kroes illustrerà in prima persona il pacchetto all’Europarlamento e ai giornalisti.
Sembra dunque chiudersi una vera e propria “soap opera” istituzionale che negli ultimi mesi è stata scandita da un fitto susseguirsi di annunci e smentite, polemiche e fughe di notizie. L’ultimo episodio della saga era andato in onda proprio stamane. A sorpresa il portavoce della Kroes Ryan Heath aveva comunicato ai giornalisti uno slittamento di un giorno – da mercoledì a giovedì – della presentazione del pacchetto, rinfocolando le indiscrezioni sulla presenza di forti disaccordi nei ranghi della Commissione. Nel corso delle scorse settimane, diversi commissari europei avevano manifestato perplessità ed espresso pesanti riserve all’indirizzo di alcune parti del piano. Nell’occhio del ciclone in particolare, erano finite le disposizioni sulla net neutrality, avversate tra gli altri dal titolare alla giustizia Viviane Reding. Ma tra gli scettici figuravano anche il commissario all’industria Tajani, quello alla concorrenza Almunia, o ancora al bilancio Commissario Lewandowski. Le loro obiezioni sarebbero in qualche modo rientrate, senza la necessità di rimettere mano al pacchetto.
A quel che risulta al Corriere delle Comunicazioni, la versione approvata dal conclave dei commissari sarebbe quindi rimasta invariata rispetto a quella circolata nei giorni scorsi, e di cui anche questa testata aveva dato conto. Nella sostanza il piano includerà le disposizioni considerate più controverse su net neutrality e roaming. Ma anche tutte le norme giudicate positive dalla maggior parte degli stakeholder: ad esempio il rafforzamento su base europea dei diritti dei consumatori (con più trasparenza sui contratti), un più efficace coordinamento tra stati membri nella gestione dello spettro. O ancora gli incentivi regolamentari offerti agli operatori che formeranno alleanze transnazionali per garantire tariffe univoche ai propri utenti, anche quando si trovano all’estero. Una misura, quest’ultima, studiata per abbattere il roaming senza l’ulteriore introduzione di obblighi o tetti, al netto di quelli già previsti da un precedente regolamento varato appena un anno e mezzo fa.
Nei giorni scorsi, dopo le polemiche sul roaming, era stata la net neutrality a tenere banco. Diversi attivisti, ma anche numerosi analisti, avevano segnalato che le disposizioni contenute nel pacchetto contravvenivano alla promessa fatta dalla Kroes di blindare il principio della neutralità della rete a livello europeo. Stando ai più critici, le misure al contrario prevedono che gli internet provider possano pagare gli operatori di rete per dare priorità ai propri servizi o evitare di essere discriminati, laddove all’utente finale verrebbero proposte tariffe differenziate proprio in base ai servizi scelti. Viviane Reding, in un documento interno, aveva accusato le disposizioni sulla net neutrality contenute nel “piano Kroes” di essere addirittura contrarie alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea. Un’insinuazione pesantissima. Rispondendo alle critiche espresse sul suo blog dall’ex chairman di Ecta Innocenzo Genna, stamattina la Kroes aveva cinguettato: “Sono frustrata dal fatto che le persone interpretano in modo erroneo le mie parole sulla net neutrality”.
L’ormai assodata emanazione del piano sul mercato unico da parte della Commissione non cancella naturalmente tutte le incertezze legate alle tempistiche dell’iter di approvazione. Il regolamento andrà ora all’esame dell’Europarlamento e degli stati membri. Il mandato del primo scade il prossimo maggio ed è difficile che, considerata la mole e la varietà di misure in questione, si faccia in tempo a votare sul pacchetto prima delle prossime elezioni europee. Senza contare che, come sta accadendo per il regolamento sulla data protection, la proposta della Commissione potrebbe essere esposta ad un vero e proprio fuoco di fila di emendamenti. Quanto agli stati membri, è risaputo che guardano con sospetto a diversi punti del regolamento e saranno pronti a dare battaglia per modificarli. Come, sebben più discretamente, circolano voci sull’insoddisfazione dell’industria, in particolare ETNO, e dei regolatori nazionali. Insomma, per la Kroes la battaglia è appena cominciata.