La spesa complessiva delle aziende, in particolare multinazionali, per il settore dei Big Data è destinata a decollare nei prossimi cinque anni, passando da un giro d’affari di 31 miliardi di dollari previsti per il 2013 a 114 miliardi di dollari nel 2018. E’ quanto emerge dalle previsioni di Abi Research, secondo cui il tasso di crescita del settore Big Data aumenterà del 29,6% su base annua nei prossimi cinque anni.
Il computo del giro d’affari comprende diverse voci: dal budget destinato a pagare personale specializzato, ai servizi professionali connessi, alle tecnologie, per finire con il budget necessario per l’aggiornamento dell’hardware e del software interno alle aziende.
“Prevediamo che le iniziative per il lancio di progetti di Big Data la voce di costo legata ai compensi del personale rappresentano circa la metà della spesa totale, mentre l’altra metà del budget è destinata ai prodotti dei vendor e ai servizi connessi”, dice Aapo Markkanen, senior analyst di Abi Research.
“Stiamo assistendo ad eccessi di spesa per il pagamento di stipendi destinati al personale specializzato in Big Data, le grandi aziende sono costrette a rivolgersi a personale tecnico specializzato nella gestione dati per avviare l’implementazione di grossi progetti – dice Markkanen – Allo stesso modo, oggi grand parte del budget è destinato al pagamento di servizi professionali connessi, che sono emersi come funghi per dare assistenza alle aziende, sempre più ricche di dati ma impreparate a gestirle per carenza di skill interne”.
Secondo stime di Abi Research, l’apprendimento delle macchine renderà le aziende progressivamente più esperte nell’organizzare i dati, grazie allo sviluppo di algoritmi che consentono ai computer di “imparare” dai dati che gestiscono.
“I grandi player come Ibm e HP si stanno muovendo in questa direzione – aggiunge Dan Shey, practice director di Abi Research, aggiungendo che un nutrito gruppo di start up della Silicon Valley specializzate in analytics, come ad esempio Ayasdi e Skytree, hanno nel loro dna il cosiddetto “machine learning”, vale a dire la capacità di apprendimento insito nelle macchine. “Alla fine gli analytics entreranno a far parte di tutti i campi dell’innovazione”.