A rischio Sistri migliaia di microimprese, che fino ad oggi sono state autorizzate al trasporto dei propri rifiuti pericolosi in piccole quantità. Lo scrive oggi il Sole 24 Ore, secondo cui una sentenza della Corte di giustizia europea applica il concetto di “rifiuti pericolosi” non solo a quelli trasportati da terzi, ma anche a quelli autoprodotti nella nella loro attività professionale. Se nell’applicazione del Sistri si dovesse optare per questa interpretazione aderente all’interpretazione della Corte, l’installazione della black box diventerebbe d’obbligo a bordo dei furgoni di migliaia di microimprese per il trasporto di rifiuti autoprodotti.
Sistri ai nastri di partenza il primo ottobre, nonostante le polemiche piovute addosso al sistema di tracciabilità dei rifiuti da parte di Assintel (problemi di software) e dell’Associazione gestori rifiuti (Agr), che ha avviato una petizione per bloccare l’entrata in vigore del sistema. Il sistema nella sua prima fase di implementazione dovrà essere adottato da tutti i trasportatori, gli intermediari e i gestori di impianti che trattano rifiuti pericolosi. Il nuovo sistema comporterà aggravi per i trasportatori e lascia diversi dubbi sui soggetti tenuti ai nuovi adempimenti. In particolare, preoccupano gli adempimenti a carico “delle migliaia di microimprese autorizzate al trasporto dei loro rifiuti pericolosi in piccole quantità”, scrive il Sole 24 Ore. Non è chiaro, poi, se gli operatori del trasporto navale e intermodale siano soggetti all’utilizzo del Sistri.
L’associazione dei gestori di rifiuti fa sapere che “le imprese del settore concordano sulla necessità di assicurare la tracciabilità dei rifiuti, ma sono contrarie al Sistri nella sua configurazione attuale in quanto presenta numerose disfunzioni tecniche, come del resto ha denunciato anche Assintel (l’Associazione nazionale delle imprese Ict) nella lettera inviata ieri al ministro Orlando. Se il Sistri partirà il rischio concreto è di creare più problemi di quelli che si intende risolvere”.
Nei primi 30 giorni dell’entrata in vigore del Dm 20 marzo 2013 le imprese e i gestori di rifiuti pericolosi saranno costretti a mantenere un “doppio regime”, con l’utilizzo della tradizionale documentazione cartacea (registri di carico e scarico) accanto al sistema telematico. Gli oneri maggiori, poi, graveranno soprattutto sui trasportatori, che fino al 3 marzo del 2014 dovranno inserire anche i dati che il sistema prevedeva per i produttori iniziali di rifiuti pericolosi.
L’ex ministro all’Ambiente Corrado Clini, con decreto firmato il 20 marzo scorso, ha stabilito l’entrata in vigore del sistema di tracciabilità dei rifiuti, pubblicato poi in Gazzetta ufficiale lo scorso 19 aprile. L’entrata in vigore del sistema per le grandi aziende è stata fissata al 30 aprile per i grandi produttori di rifiuti pericolosi (con più di 10 dipendenti). Fino al 30 settembre questo periodo è considerato di allineamento per un migliore adeguamento al sistema. La piena operatività sarà dal primo ottobre 2013. Di recente però il ministro dello Sviluppo economico Flavio Zanonato ha annunciato di essere al lavoro per eliminare l’obbligo di tracciabilità per la generalità dei rifiuti, mantenendolo solo per quelli pericolosi.
Il progetto Sistri è andato avanti nonostante l’inchiesta della procura di Napoli che ha portato in carcere 22 persone per presunte tangenti e false fatturazioni.