I sindacati Fim-Cisl, Fiom-Cgil e Uilm hanno incontrato oggi l’assessore alle Attività produttive, Ricerca e Innovazione della regione Lombardia Mario Melazzini, per protestare contro la decisione di Nokia Solutions Networks Italia (Nsn) di aprire la mobilità per 226 dipendenti. “Nsn Italia, controllata interamente da Nokia dopo il recente scioglimento della joint venture Nokia Siemens Networks, non è una società in crisi, a maggior ragione dopo la cessione del business mobile a Microsoft”, lamentano le Rsu aziendali della sede di Cascina de’ Pecchi. In Regione i sindacati hanno ottenuto l’impegno dell’assessore Melazzini a chiedere un incontro all’ad di Nsn Italia Massimo Mazzocchini, per verificare la possibilità di bloccare il provvedimento. L’assessore Melazzini ha inoltre chiesto all’azienda di presentare un piano industriale. L’ostacolo più evidente è che le decisioni vengono prese in Finlandia.
“Alla luce dell’acquisizione da parte di Microsoft della divisione Devices & Services di Nokia per 5,4 miliardi di euro, in considerazione del fatto che Nsn diventerà il core business di Nokia e che entrerà liquidità, nonché dei nuovi contratti appena siglati da Nsn Italia con Wind e Vodafone, chiediamo a Nsn di ritirare la procedura di mobilità, di rivedere il piano di esuberi e fare un vero piano di ristrutturazione che non sia basato sulla riduzione del personale”, dicono le Rsu.
Intanto, martedì prossimo è in programma un incontro al Ministero del Lavoro con rappresentanti dell’azienda: sul tavolo l’avvio della procedura di mobilità, contro la quale, secondo i sindacati, si schiererà anche la Regione Lombardia.
“Nel 2007 – lamenta il sindacato – Nokia Siemens Networks aveva in Italia 3000 dipendenti: 1000 ricercatori, 700 operai, 1000 tecnici e 300 amministrativi. A suon di dichiarazione di esuberi e licenziamenti, dopo aver decentrato la ricerca, ceduto il settore produttivo, oggi si appresta a spostare l’assistenza e l’amministrazione in paesi a basso costo del lavoro”.
Nokia Siemens Networks “in soli 6 anni – prosegue -, è riuscita a cancellare il 90% degli occupati, mentre le istituzioni, ad ogni livello a partire da quello nazionale, non fanno altro che parlare da anni di Banda Larga e Agenda Digitale e della strategica importanza del comparto. Non fa eccezione, quanto a parole spese e atti mancati, Regione Lombardia: da mesi stiamo aspettando la convocazione del tavolo sul settore delle telecomunicazioni”.
Secondo le Rsu dell’azienda, “il numero attuale di dipendenti, dopo l’avvio della Cigs un anno fa, è pari a 592 (1 operaio, 300 impiegati, 211 quadri, 80 dirigenti). L’ulteriore procedura di mobilità per 226 persone ridurrebbe il personale a 366 effettivi, o forse anche meno visto che i dirigenti non vanno in mobilità e un’azienda con 80 dirigenti e 286 fra impiegati, quadri e operai non si è mai vista”.