Il destino di Telecom Italia preoccupa i sindacati. Le ipotesi all’orizzonte – aumento della quota di telefonica in Telco e societarizzazione delle divisioni retail e business in Telecom Italia Services di Bernabè – “potrebbero impattare negativamente sulla produttività del sistema paese npnché sui livelli occupazionali dell’azienda”, dicono interpellati dal Corriere delle Comunicazioni.
Michele Azzola, segretario nazionale della Slc-Cgil, ammette di essere fortemente preoccupato. “Sia l’aumento della quota di Telefonica, che dunque avrebbe la maggioranza, sia lo ‘spezzatino’ delle attività a cui sta lavorando il management di Telecom sarebbero nefasti – dice senza mezzi termini al Corriere delle Comunicazioni – In questo senso l’assenza del governo nella partita è un fatto gravissimo: è arrivato il momento che l’esecutivo batta un colpo”.
“La stabilità di cui tanto si parla in queste settimane – avverte Azzola – è anche stabilità del nostro sistema produttivo, della nostra industria. Cedere Telecom a Telefonica significa far uscire l’Italia da un settore strategico come quello delle tlc, a forte valenza aniticiclica. Ma la compagnia è vittima dell’assenza di una politica industriale chiara che possa rilanciare il nostro Paese, in grado di mettere l’innovazione al centro della ripresa economica”. Il futuro di Telecom Italia è infatti strettamente legato anche all’attuazione dell’Agenda digitale. “Per digitalizzare la PA serve un forte player nazionale, con competenze e tecnologie di altissimo livello, interessato ad investire nell’innovazione del nostro Paese – spiega il segretario della Slc – Dubito che una Telecom controllata da azionisti stranieri potrebbe diventare il motore dell’Agenda”.
Salvo Ugliarolo della Uilcom analizza le scelte collegate ad un eventuale aumento della quota di Telefonica in Telco: “Cessione obbligata per ragioni antitrust di Tim Brasil, dopo uno spezzettamento in tre della società, e di Telecom Argentina – sottolinea – Considerato che è da queste due controllate che viene la crescita dei ricavi di Telecom a fronte di un mercato italiano fortemente competitivo e in ridimensionamento si capisce perché temiamo nuovi esuberi”.
Il sindacato non nasconde che il punto più fragile è l’area commerciale dove si rischia l’esternalizzazione – già attuata da Telefonica a Madrid – di quasi 12mila addetti dei call center.
E proprio per chiarire gli effetti che il destino di Telecom avrà sull’occupazione nei prossimo giorni i sindacati chiederanno un incontro al governo e un’audizione davanti alle commissioni parlamentari competenti (Trasporti e Tlc, Attività produttive).
“La possibile cessione agli spagnoli dovrebbe portare il governo ad analizzare al più presto il dossier scorporo – sottolinea Ugliarolo – La rete è un asset strategico che il Paese non permettersi di cedere a gruppi stranieri che oltre ad avere effetto sulla produttività del sistema avrebbe effetti deleteri anche sull’occupazione. Vogliamo capire qual è la posizione del governo in merito”.
In questo contesto i lavoratori, annuncia Azzola, “sono pronti a mettersi di traverso e di mettere in campo iniziative di resistenza qualora il destino di Telecom fosse messo a rischio”.
Pronta la risposta dell’Ad di Telecom, Marco Patuano. “Ho letto dell’intenzione di licenziare gente, non sono intenzionato a licenziare nessuno – ha chiarito – “Servono regole certe pro competitive e pro investimenti”.