LA CLASSIFICA

Il caso Telegram: Italia nella top ten mondiale per uso della piattaforma



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È quanto emerge da una survey di Statista secondo cui nel nostro Paese, al sesto posto, il 29% degli utenti Internet utilizza regolarmente la piattaforma. E secondo un’analisi di NewsGuard il 42% della disinformazione sull’Ucraina viaggia attraverso il social russo. Si allarga il fronte delle indagini a livello mondiale dopo l’arresto in Francia di Parel Durov ora in libertà vigilata. La Corea del Sud apre un dossier per la diffusione di contenuti deepfake pornografici

Pubblicato il 2 set 2024



statista Telegram

L’Italia è al sesto posto nel mondo tra i Paesi che utilizzano di più Telegram, la piattaforma di messaggistica fondata da Pavel Durov, imprenditore finito il 24 agosto al centro delle cronache a causa del suo arresto a Parigi (oggi è in libertà condizionata) con l’accusa di aver favorito una serie di attività illecite attraverso l’app, dal traffico di droga alla criminalità organizzata fino alla promozione del terrorismo.

La classifica di Statista

A stilare il ranking dei Paesi i cui cittadini sono più attivi su Telegram è Statista consumer insight, che evidenzia come in prima posizione ci sia l’India, dove l’app è utilizzata dal 45% della popolazione tra i 18 e i 64 anni. A completare il podio c’è il Brasile, dove la percentuale scende al 38%, e il Messico con il suo 34%. In quarta posizione a pari merito il Sud Africa e la Spagna con il 32% e poi l’Italia con il 29%. Chiudono la classifica, dalla settima all’11esima posizione la Germania (16%), La Francia (11%), il Regno Unito (10%), gli Stati Uniti (9%) e il Giappone (1%).

Telegram e la disinformazione sull’Ukraina

Ma al di là degli scopi illeciti perseguiti dalle organizzazioni criminali, Telegram sarebbe anche un veicolo di disinformazione. A evidenziarlo è una recente analisi realizzata dalla piattaforma NewsGuard, specializzata nell’individuazione delle fake news. Lo studio prende in esame 243 narrazioni false o fuorvianti che si sono diffuse sui mezzi di comunicazione a partire dal febbraio 2022, quando iniziò l’attacco della Russia all’Ukraina, per 117 delle quali è stato possibile verificare l’origine: 50 provenivano da Telegram. “Ciò significa – spiega NewsGuard – che il 42% delle narrazioni smentite, con origine identificabile, è stato ricondotto a Telegram“.

Passando in rassegna questi esempi di disinformazione si va dalle immagini del presidente ukraino Zelenksy che in una conference call che mostra cocaina sulla sua scrivania a un documento segreto della Nato che stava pianificando una guerra contro la Russia. “Queste false affermazioni provengono da varie fonti, tra cui il canale ufficiale del Ministero della Difesa russo, influencer pro-Cremlino e politici pro-Cremlino ucraini – spiega NewsGuard – Tuttavia, il gruppo più numeroso di fonti è costituito da canali pro-Cremlino anonimi“.

Corea del Sud, indagini sui deepfake porno

A tutto questo si aggiunge l’inchiesta aperta dalla polizia Sudcoreana, che accusa Telegram di incoraggiare la diffusione di contenuti pornografici falsi utilizzando anche immagini di minorenni. Si tratta dei “deepfake porno“, montaggi a luci rosse generati con l’intelligenza artificiale in cui i volti degli individui vengono incollati su foto o video a sfondo sessuale.

Telegram non ha risposto alle nostre precedenti richieste di informazioni sugli account degli utenti durante precedenti indagini sui crimini legati a Telegram – argomenta in conferenza stampa Woo Jong-soo, a capo dell’ufficio investigativo della polizia nazionale – Alla luce di questi crimini, l’Agenzia nazionale di polizia di Seul ha aperto le sue indagini per favoreggiamento in questi crimini”. L’inchiesta, parta dopo l’arresto di Durov a Parigi, conta anche sulla collaborazione con le autorità francesi e ha portato finora all’identificazione di 24 sospetti.

 

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