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Intelligenza artificiale, Google nel mirino del Garante Privacy Ue



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Il regolatore irlandese avvia un’indagine per verificare il rispetto delle regole in materia di protezione dei dati personali nell’ambito dello sviluppo del modello AI, nello specifico del Pathways Language Model 2. Intanto sanato il dossier X su Grok dopo gli impegni garantiti dal social di Elon Musk

Pubblicato il 12 set 2024



intelligenza artificiale 4

La Commissione irlandese per la protezione dei dati (Data Protection Commission, Dpc) ha aperto un’inchiesta per verificare se Google abbia rispettato le leggi sulla privacy dell’Unione europea nello sviluppo di uno dei suoi modelli di intelligenza artificiale.

I dubbi della Commissione sul modello di Google

La Dpc, principale autorità di regolamentazione dell’Ue per la maggior parte delle big tech a causa dell’ubicazione delle loro operazioni in Irlanda, ha dichiarato che l’indagine transfrontaliera su Google riguarda la potenziale violazione degli obblighi che l’azienda avrebbe dovuto assumere nell’ambito di una valutazione d’impatto sulla protezione dei dati prima di impegnarsi nel trattamento delle informazioni personali dei cittadini dell’Ue associati allo sviluppo del suo modello di intelligenza artificiale fondamentale, Pathways Language Model 2 (PaLM 2).

“Una valutazione d’impatto sulla protezione dei dati, ove richiesta, è di fondamentale importanza per garantire che i diritti e le libertà fondamentali delle persone siano adeguatamente considerati e protetti quando il trattamento dei dati personali può comportare un rischio elevato”, ha dichiarato il Dpc in un comunicato. “Questa indagine legale fa parte degli sforzi più ampi del Dpc, in collaborazione con le autorità di regolamentazione dell’Ue e dello Spazio economico europeo, per regolamentare il trattamento dei dati personali degli interessati nello sviluppo di modelli e sistemi di AI”, si legge ancora nella nota.

Chiuso il dossier sulla piattaforma Grok di X

Quello di Google è tutto fuorché un caso isolato: a giugno Meta aveva annunciato di aver messo in pausa i piani di utilizzo dei dati personali per addestrare i modelli di intelligenza artificiale proprio dopo le preoccupazioni sollevate dal Dpc.

All’inizio del mese è stata invece risolta una controversia presso l’Alta Corte tra X e il Dpc, sempre sull’uso dei dati personali per addestrare i sistemi di AI. Il dossier è stato chiuso dopo che il social network di Elon Musk ha assunto un impegno permanente nei confronti del tribunale affinché i dati degli utenti europei pubblicati sulla piattaforma X (che dovevano essere utilizzati per sviluppare, perfezionare e addestrare il servizio di ricerca della piattaforma, noto come Grok, tra il 7 maggio 2024 e il 1° agosto 2024, periodo in cui si presume che i dati in questione siano stati trattati) siano cancellati e non elaborati.

In particolare, si legge in una nota, “il Dpc nutriva notevoli preoccupazioni sul fatto che il trattamento dei dati personali contenuti nei post pubblici degli utenti Eu/See di X ai fini dell’addestramento della sua AI ‘Grok’ comportasse un rischio per i diritti e le libertà fondamentali delle persone. È la prima volta che il Dpc, in qualità di autorità di controllo capofila nell’Ue/See, intraprende un’azione di questo tipo, avvalendosi dei poteri conferitigli dalla sezione 134 del Data Protection Act 2018”.

Parlando della chiusura del caso, il presidende dalla Commissione Des Hogan ha dichiarato: “Il Dpc accoglie con favore l’esito odierno che tutela i diritti dei cittadini dell’Ue/See. Questa azione dimostra ulteriormente l’impegno del Dpc a intraprendere azioni appropriate, ove necessario, in collaborazione con le autorità di regolamentazione europee. Siamo grati alla Corte per aver preso in considerazione la questione”.

Il commissario Dale Sunderland ha aggiunto che “il Dpc spera che il parere risultante consenta una regolamentazione proattiva, efficace e coerente a livello europeo di questo settore in senso più ampio. Il parere sarà inoltre di supporto nella gestione di una serie di reclami che sono stati presentati o trasmessi al Dpc in relazione a una serie di diversi responsabili del trattamento dei dati, per scopi legati alla formazione e allo sviluppo di vari modelli di AI”.

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