“Il governo è stato avvertito a cose fatte”. Così il vice ministro dello Sviluppo economico, Antonio Catricalà, in audizione al Senato, parla dell’operazione Telecom-Telefonica.
“Non sta a me esprimere un giudizio in merito a ciò che è accaduto nella notte tra il 23 e il 24 settembre nell’ambito di una Società totalmente privata”, evidenzia, sottolineando però: “Certo è che fino a quella notte le scelte in campo riguardavano le opportunità che il presidente Bernabè offriva alle società con lo specifico fine di incrementare le capacità di Telecom di investire, mantenere il proprio rating, e aggredire il mercato. Prendendo atto della situazione che oggi si determina sta a noi fare in modo che i propositi originari siano valorizzati dal maggiore impegno dell’importante gruppo europeo nel settore telefonico italiano e trarre opportunità e vantaggi per il Paese da quella che oggi sembra alla maggioranza degli italiani solo un brutto epilogo di una sbagliata privatizzazione”.
Collegando l’operazione Telefonica alla questione delle rete, Catricalà ha sottolineato che la rete di telecomunicazioni “è un asset fondamentale per la crescita e lo sviluppo del Paese”.
“La rete di accesso – ha aggiunto – è di fatto un monopolio naturale che necessita di costose e complesse valorizzazioni. Come tale è oggetto di una particolare attenzione da parte del Governo italiano”. L’asset, ha precisato durante l’audizione, “potrebbe anche rientrare tra gli oggetti dei poteri speciali su attività e infrastrutture strategiche previste dalla legge n. 56/2012 (la legge sulla golden share ndr) . Sul punto il presidente Enrico Letta potrà essere più completo e esaustivo nell`audizione prevista per martedì, anche perché già da tempo si stanno svolgendo gli approfondimenti tecnici necessari a definire gli ambiti entro i quali, conformemente al diritto europeo, si possono legittimamente esercitare i poteri speciali”.
Sullo scorporo della rete, con la separazione tra governance della rete e governance del servizio, Telecom in cui gli spagnoli di Telefonica hanno rafforzato la loro presenza “non potrà cambiare il proprio atteggiamento nei confronti degli impegni già assunti, mobilitando autorità e Cassa di Depositi e Prestiti per la definizione della nuova disciplina e dei necessari accordi”. anche perchè per il governo lo spin off “resta prioritario”.
A questo proposito Catricalà ha ricordato che “se per scorporo intendiamo una separazione societaria allora si può imporre per legge”. “Quello che non si può fare è un esproprio senza indennizzo”, ha aggiunto augurandosi tuttavia che questa strada non venga percorsa. E comunque, per il viceministro, la modifica dell’assetto di Telco “può essere una buona occasione per accelerare l’operazione che l’azienda ha già avviato nel senso di una separazione societaria con una governance indipendente” per la rete.
Gli spagnoli di Telefonica, però che hanno rafforzato la loro presenza nel capitale di Telco che controlla Telecom “hanno comprato in Italia e dovranno venire a confrontarsi con noi, con il governo italiano. Non possono imporre le loro leggi”. Quattro i temi sul tavolo: “il mantenimento dei livelli occupazionali; l’adeguatezza dei nuovi investimenti; il mantenimento e miglioramento della qualita’ del servizio; la separazione tra governance della rete e governance del servizio”.
“Finora – ha aggiunto – i rapporti con Telefonica sono stati eccellenti e penso che lo resteranno. Si tratta di trasformare quella che sembra una difficoltà in una opportunità”.
Infine, ma non meno importante, il nodo occupazione. “Il governo è chiamato a vigilare sul fatto che tali cambiamenti azionari garantiscano un piano adeguato di investimenti sulla rete telefonica e garantiscano la protezione attiva e intelligente dell’occupazione – ha chiarito – La forza lavoro, i lavoratori di Telecom Italia, le competenze che ci sono- sottolinea- costituiscono un patrimonio per l’intero Paese. Patrimonio di conoscenze, ingegneria, competenze, che non può in alcun modo essere disperso ma anzi deve essere valorizzato. Telecom Italia è ed è stata un grande riferimento mondiale nelle telecomunicazioni. Noi vogliamo che rimanga tale. Dunque, il tema occupazionale è sì un tema di numeri ma anche di qualità del lavoro e delle competenze che vanno salvaguardate e valorizzate”.