IL PIANO DA 80 MILIONI

Via alla nuova Sabatini per le pmi: domande dal 1° ottobre



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La misura ha l’obiettivo di sostenere i processi di capitalizzazione delle micro, piccole e medie imprese, costituite in forma societaria. Concessione di un contributo maggiorato a fronte di investimenti in macchinari, impianti, beni strumentali, attrezzature ad uso produttivo, hardware, software e tecnologie digitali

Pubblicato il 18 set 2024



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Via alla nuova Sabatini per le pmi. Il Ministero delle Imprese e del Made in Italy, con apposita circolare direttoriale, ha stabilito i termini e le modalità di presentazione delle domande per l’accesso e l’erogazione dei contributi. Il provvedimento fa seguito all’entrata in vigore, lo scorso 20 aprile, del decreto interministeriale firmato dal ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso, e dal ministro dell’Economia e delle Finanze, recante il Regolamento dell’intervento.

L’obiettivo della misura

La misura, che ha l’obiettivo di sostenere i processi di capitalizzazione delle micro, piccole e medie imprese, costituite in forma societaria, prevede la concessione di un contributo maggiorato a fronte di investimenti in macchinari, impianti, beni strumentali d’impresa, attrezzature ad uso produttivo, hardware, software e tecnologie digitali.

L’ammontare delle agevolazioni è rapportato agli interessi calcolati su un finanziamento della durata di cinque anni e di importo uguale all’investimento, ad un tasso d’interesse annuo del:
– 5 % per le micro e piccole imprese
– 3,575 %, per le medie imprese.

Le domande di accesso alle agevolazioni potranno essere presentate da parte delle pmi a partire dal 1° ottobre 2024. Il provvedimento ha una dotazione finanziaria di 80 milioni di euro.

Il piano Tranzione 5.0

I contributi riguardanti la nuova Sabatini sono parte di un mosaico di incentivi che il governo ha messo in campo insieme al piano Transizione 5.0: 6,3 i miliardi di euro stanziati per il biennio 2024-2025 per supportare e traghettare il passaggio dei processi produttivi a un modello energetico efficiente, sostenibile e basato su fonti rinnovabili supportando gli investimenti in digitalizzazione, transizione green e formazione del personale.

Il piano si caratterizza innanzitutto per l’automatismo della misura: le imprese potranno infatti usufruire del beneficio fiscale automaticamente, senza alcuna istruttoria e valutazione preliminare. La sua trasversalità coinvolge inoltre tutti i tipi attività, senza distinzione di dimensione, settore e territorio ed è pertanto cumulabile con altre agevolazioni finanziate con risorse nazionali a eccezione del credito d’imposta Transizione 4.0 e del credito per investimenti nella Zona Economica Speciale (Zes) e nelle Zone Logistiche Speciali (Zls).

Sul piatto, nel complesso, ci sono quasi 13 miliardi di euro. Di questi, 6,3 miliardi provengono dal programma RePower Eu, e come detto finanzieranno il Piano Transizione 5.0. Altri 6,4 miliardi, già previsti dalla legge di bilancio, saranno a disposizione per il Piano Transizione 4.0.

Transizione 5.0: gli investimenti finanziabili

Le spese agevolabili includono i beni strumentali materiali e immateriali già inclusi nel piano Transizione 4.0 e gli investimenti per gli impianti finalizzati all’autoproduzione di energia rinnovabile, oltre che le spese per la formazione su tecnologie per la gestione della twin transition (nel limite del 10% ed entro il tetto dei 300 mila euro).

Sono ammissibili al beneficio 5.0 i progetti di innovazione aventi a oggetto investimenti in beni materiali e immateriali tecnologicamente avanzati (gli stessi riportati nell’allegato A e B del Piano Transizione 4.0) purché si raggiunga una riduzione dei consumi energetici pari ad almeno il 3% dell’unità produttiva o 5% se calcolata sul processo interessato dall’investimento. A queste condizioni è possibile agevolare anche le spese di formazione e gli investimenti in impianti per l’autoproduzione di energia da fonti rinnovabili destinata all’autoconsumo.

Più nello specifico, ci sono tre fasce di benefici: nella prima rientrano i progetti con riduzione dei consumi energetici nella struttura produttiva pari almeno al 3%; nella seconda, gli interventi che mirano a una diminuzione che va dal 6 al 10%; nella terza, i progetti con tagli dei consumi superiori al 10%. In base alle finalità del progetto, cambia l’intensità del credito d’imposta, che, con un’aliquota massima del 45%, è modulato in nove aliquote in funzione dell’ammontare degli investimenti e della riduzione dei consumi energetici conseguita.

Il bonus è riconosciuto per i nuovi investimenti effettuati dal 1° gennaio 2024 al 31 dicembre 2025 con possibilità di completare gli oneri documentali entro il 28 febbraio 2026.

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