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Monetizzazione dei dati, le aziende all’anno zero. L’Europa più avanti ma non basta



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Nonostante l’enorme potenziale in termini di crescita del business, sono ancora poche le organizzazioni che sono passate concretamente all’azione. E addirittura nella classifica delle “potential opportunities” la data monetization si piazza fra gli ultimi posti. È quanto emerge da una survey di Dla Piper. Gli europei best performer con il 38%, gli statunitensi vantano appena il 19%. A fare la differenza è la regolamentazione

Pubblicato il 27 set 2024



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Nonostante la monetizzazione dei dati possa offrire enormi benefici, molte organizzazioni rimangono ancora esitanti o stanno appena iniziando ad esplorare questa opportunità. La data monetization si posiziona in fondo alla lista delle opportunità di crescita potenziali, dietro a settori come l’intelligenza artificiale, il 5G, la trasformazione digitale, la cybersecurity e l’Internet of Things. Questo il complesso panorama che emerge dagli insights forniti dal report Tech Index 2024 “Riding the next big wave” di Dla Piper.

Un problema di competenze dietro la scarsa adozione

Tra i fattori che rallentano l’adozione della monetizzazione dei dati c’è una comprensione limitata di cosa essa realmente comporti. Storicamente, questa pratica era quasi esclusivamente associata alla raccolta e vendita di informazioni personali, un approccio che è stato significativamente limitato dall’introduzione di normative rigorose come il Gdpr dell’Unione Europea. Questo regolamento impone limiti stringenti su quale tipo di dati può essere trattenuto e come può essere utilizzato, scoraggiando molte organizzazioni dal considerare ulteriori modalità di monetizzazione dei dati.

Le opportunità della data monetization

Tuttavia, una visione più ampia e utile della monetizzazione dei dati include l’utilizzo dei dati raccolti per migliorare l’efficienza operativa e risparmiare sui costi. Questo può avere un impatto diretto sia sui ricavi che sui margini di profitto. Ad esempio, molte organizzazioni stanno utilizzando i dati per migliorare le relazioni con i clienti e comprendere meglio le loro preferenze, al fine di ottimizzare le strategie di marketing e aumentare le vendite. Altre aziende stanno applicando i dati per migliorare i processi industriali, rendendo le linee di produzione e i processi di manutenzione più efficienti, migliorando la gestione della supply chain e perfezionando lo sviluppo dei prodotti.

Il problema della data quality: servono skill

Nonostante questi potenziali benefici, il report di Dla Piper sottolinea che molte organizzazioni sono scoraggiate dalla qualità dei dati disponibili. Spesso, i dati sono non strutturati e dispersi attraverso diversi sistemi e funzioni aziendali, rendendo difficile il loro utilizzo efficace. La necessità di assumere data scientists qualificati, capaci di gestire grandi set di dati con una mentalità commerciale, è cruciale per superare queste sfide. Tuttavia, solo il 38% degli intervistati ha dichiarato di impiegare attualmente data scientists, una percentuale che scende al 25% in Nord America.

Il ruolo della regolamentazione

La regolamentazione gioca un ruolo cruciale in questa dinamica. L’Europa, grazie a normative come il Gdpr, ha stimolato un approccio più innovativo e sicuro alla monetizzazione dei dati. Questo ha portato il 38% delle organizzazioni europee a fare pieno uso della data monetization, un dato significativamente superiore rispetto al 19% delle aziende statunitensi. Il Data Governance Act dell’Ue, in vigore da settembre 2023, e il Data Act mirano a facilitare la condivisione volontaria dei dati e a permettere alle imprese e ai consumatori di accedere, utilizzare e condividere i dati in modo sicuro. Queste misure dovrebbero, nel tempo, rendere più dati disponibili per essere analizzati e monetizzati.

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