Se nelle ultime settimane c’è chi individua in vari indicatori economici timidi segnali di ripresa e addirittura Saccomanni prospetta un 2014 con una netta ed inaspettata ripresa del PIL italiano (+1%), anche quel settore dell’economia italiana che, forse per un errato luogo comune, tutti credono in rialzo in periodi di crisi, sta dando chiari ed inesorabili segnali di declino: si tratta del gioco d’azzardo online, rappresentato in tutte le sue sfaccettature nell’ultimo report di Osservatorio Gioco Online, realizzato in collaborazione della School of Management del Politecnico di Milano, l’Aams e operatori del settore, quali PokerStars.
L’industria dei giochi fa muovere ogni anno in Italia circa 90 miliardi di euro di importi giocati (molti dei quali tornano indietro ai giocatori sotto forma di vincite) ed il gioco online è la parte più controllata di questo settore. A differenza di divertimenti più tradizionali come lotto, gratta e vinci e soprattutto le sempre più invasive slot machine da bar, per giocare online occorre aprire un conto di gioco, identificato dal codice fiscale dell’utente e controllato centralmente dall’Agenzia delle Dogane e dei Monopoli.
Inoltre, operatori leader nel settore del poker online in italia quali PokerStars.it, in accordo con l’Aams, consentono all’utente la possibilità di autolimitarsi ed anche autoescludersi dal gioco: in quest’ultimo caso, quell’utente, con quel codice fiscale, non potrà più giocare.
Ed è proprio questo settore ad essere in declino: lo studio di Osservatorio Gioco Online mette in evidenza nei primi mesi del 2013 un evidente calo nelle giocate online, nel numero di utenti ed anche nelle entrate fiscali dal parte dell’erario. A soffrire di questa situazione è in particolare il poker online, l’unico tra questi giochi che, nella forma a torneo (giocabile appunto anche online) dalla stessa Cassazione è stato definito in una recente sentenza come un gioco non d’azzardo. Ebbene, una recente sentenza della Corte Europea potrebbe aver dato il via libera definitivo a quella che sembra essere l’unica soluzione possibile per la crisi del poker online e per tutelare gli stessi giocatori.
Il problema principale del poker online è la saturazione dei mercati interni. In altre parole, in un mercato relativamente piccolo come quello italiano, o anche spagnolo e francese, le sale da gioco online hanno raggiunto un certo livello di saturazione: gli utenti sono alla fine sempre gli stessi e questo sta spingendo diversi giocatori ad abbandonare le sale da gioco online legali. Purtroppo questi utenti nella maggior parte dei casi non smettono di giocare, ma si rivolgono a siti senza autorizzazione ad operare in Italia: siti che quindi non possono assicurare tutela ai giocatori e che non garantiscono nemmeno la stessa affidabilitá finanziaria di coloro che operano in maniera legale in Italia.
La Corte Europea ha stabilito proprio in questi giorni che non ci possono essere leggi nazionali che impediscono l’attività transfrontaliera degli operatori di gioco online, ma allo stesso tempo per poter essere presenti in un altro paese Ue queste società devono comunque avere la licenza per potervi operare. In altre parole, si prospetta la possibilità di creare un mercato transfrontaliero del poker online, ad esempio tra Italia e Francia, solo per quegli operatori che avranno ottenuto le licenze per poter essere presenti in entrambi i mercati. Insomma, una liquidità europea sembra essere la soluzione più pragmatica da un lato per dare ossigeno ad un mercato in crisi, dall’altro per frenare l’emorragia di giocatori che si rivolgono a siti esteri dalla sicurezza dubbia e dalla ignota identità dei gestori.