A credere alle loro parole, il presidente del Consiglio Enrico Letta e il sottosegretario alle Comunicazioni Antonio Catricalà sono stati totalmente ignorati, come se contassero meno del due di picche per i manager di Mediobanca, Intesa e Generali che hanno ceduto a Telefonica le loro quote in Telco.
Il problema non è il passaporto. Il problema è il futuro del gruppo Telecom Italia. Lo garantisce Telefonica? Ci pare di no. Non nell’immediato: a meno di non accettare il downgrade di Moody’s a fine anno con tutti i guai che esso comporta, TI ha solo due vie per uscire dall’emergenza finanziaria: aumento di capitale o cessione di Tim Brasil.
Della prima Telefonica non vuole nemmeno sentire parlare: se non tira fuori soldi veri, scende il peso di Telco nell’azionariato; la seconda è il sogno di sempre: liberarsi finalmente di un competitor in Brasile, magari smembrandolo se ci riesce; col corollario di portare un po’ di liquidità nella Telecom da lei controllata. Risultato? Telecom diventa solo italiana perdendo il mercato più promettente e redditizio. Conviene a Telecom e all’Italia? No.
Telefonica ha molti debiti ed è molto impegnata nelle Ngan spagnole: metterà soldi per il broadband italiano? Improbabile. Ha un progetto industriale per Telecom che assicuri sviluppo e occupazione? Non c’è traccia. Conviene a Telecom e all’Italia? No.
Le decisioni strategiche, d’acquisto, i fornitori, le alleanze: tutto sarà deciso a Madrid. Conviene a Telecom e all’Italia? No
Lo scorporo della rete è l’arma brandita dalla politica. Ma rischia di essere spuntata. Ci vorranno tempi lunghi. E il presidente di Telefonica Cesare Alierta non ne vuole sapere. Sarà braccio di ferro. E che fine farà una Telecom cui la separazione della rete è stata imposta e non è effetto di un progetto industriale? Facile immaginarlo. Conviene a Telecom e all’Italia? No.
Telecom sta finendo nelle mani di un concorrente che ha tutto l’interesse a smembrare l’azienda, riducendola a una sua succursale italiana. Conviene a Telecom e all’Italia? No.
È su questo che governo e politica dovrebbero riflettere. Possibilmente agendo, non alzando ampi lai al cielo. Gli strumenti, legali e ancor più di “suasion”, li hanno tutti.