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Banda ultralarga, Butti: “Open Fiber e Fibercop non falliranno missione Pnrr”



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In ritardo i cantieri del piano Italia a 1 Giga, ma il Sottosegretario rassicura: “Stiamo lavorando con caparbietà e creatività per consentire alle due aziende di centrare gli obiettivi previsti per giugno 2026”. Si fa sempre più concreto il dossier Starlink. Intanto la società guidata da Ferraris annuncia di voler investire 12 miliardi nei prossimi cinque anni. E la compagnia capitanata da Gola accelera sulla milestone

Pubblicato il 15 ott 2024



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Open Fiber e Fibercop non falliranno” nella loro missione di portare la banda ultralarga ovunque: “stiamo lavorando con caparbietà e creatività per consentire a Open Fiber e Fibercop di centrare gli obiettivi previsti per il giugno 2026“. Lo ha assicurato il sottosegretario alla presidenza del Consiglio dei ministri con delega all’innovazione, Alessio Butti, rispondendo alle critiche sui ritardi del progetto Italia a 1 Giga ai margini della riunione ministeriale Tecnologia e digitale del G7 a Cernobbio presieduta dallo stesso Butti.

I dati resi noti da Infratel in merito ai risultati al 30 settembre relativi ai piani banda ultralarga fissa e mobile finanziati con i fondi Pnrr hanno infatti mostrato, per il piano Italia a 1 Giga (banda ultralarga nelle aree grigie), che la percentuale raggiunta si attesta al 29% mentre, per il 5G Densificazione, si ferma al 21%.

Per Fibercop siamo assolutamente in linea con i programmi”, ha assicurato Luigi Ferraris, amministratore delegato di Fibercop, a margine della prima giornata di Como Lake, commentando lo stato di avanzamento del piano “Italia a 1Giga” per portare la banda ultralarga nelle aree più remote del Paese. “Abbiamo avuto un lieve ritardo in Sardegna che stiamo recuperando. Abbiamo 2,3 miliardi di euro dal Pnrr e contiamo di realizzarli entro i tempi”.

Fibercop investirà 12 miliardi in Italia in cinque anni

Ferraris ha anche affermato che Fibercop punta a investire 12 miliardi in Italia nei prossimi cinque anni.

“Il nostro piano industriale vedrà la luce entro fine dicembre o inizio 2025”, ha anticipato Ferraris. “Abbiamo approvato il budget per i secondi sei mesi dell’anno per dare continuità o, meglio, accelerare il piano d’investimenti. Abbiamo approvato 1,4 miliardi di euro che sono focalizzati sulla posa di nuova fibra, sulla manutenzione dei 24 milioni di chilometri che già oggi gestiamo, e poi stiamo lavorando per avere un piano che ci vedrà coinvolti per i prossimi cinque anni con una mole di investimenti che pensiamo possa aggirarsi sui 12 miliardi di euro”.

Secondo il top manager “dovremo focalizzarci molto sui nostri investimenti, sulla nostra capacità per creare le condizioni per lo sviluppo della digitalizzazione”.

Quanto all’ipotesi di nozze con Open Fiber, Ferraris ha tagliato corto: “Sono gli azionisti che hanno il ruolo e la responsabilità di valutare queste iniziative. Ci sono aspetti regolatori, finanziari ed economici che vanno valutati. Sono molto focalizzato sull’avvio della società, che è una sorta di grande startup che va velocemente portata a regime”, ha aggiunto a margine della prima giornata di Como Lake. “E poi bisogna realizzare gli investimenti”.

Open Fiber accelera sulle aree grigie

“Sulle aree grigie siamo in una fase molto intensa di sviluppo: un anno fa c’era un importante ritardo ma abbiamo fatto un grosso lavoro di accelerazione”. Giuseppe Gola, amministratore delegato di Open Fiber fa il punto sulla roadmap. “Ad oggi abbiamo coperto oltre mezzo milione di numeri civici. Ora abbiamo un obiettivo sfidante ma la velocità di realizzazione della rete che abbiamo raggiunto e che stiamo raggiungendo ci permette di essere ottimisti. Quest’anno abbiamo avuto una velocità di realizzazione intorno ai 40mila numeri civici al mese e in questo ultimi mesi stiamo andando a circa 60mila. Questa accelerazione contiamo di portarla avanti anche nell’anno successivo: abbiamo un piano che stiamo rispettando”. Gola  aggiunge che “l’obiettivo è rientrare nelle milestone nel primo trimestre del 2025 e siamo in linea con questo target”.

“Siamo di gran lunga il più grande operatore di fibra non incumbent in Europa. Abbiamo dato un cambio di passo dal punto di vista commerciale, per cui a oggi abbiamo 3.1 milioni di utenti, pari a circa il 60% dei clienti in fibra in Italia, che navigano sulla nostra rete tramite i nostri partner commerciali, tra cui c’è anche da qualche mese Tim sulle aree bianche”, evidenzia Gola ricordando che “in Italia c’è una buona disponibilità di infrastruttura, quasi al pari della media europea, siamo complessivamente al 60% di copertura, la media UE è al 64%”. Secondo l’Ad di Open Fiber “serve però un salto di qualità per aumentare l’utilizzo della rete, che possiamo favorire con un approccio commerciale aggressivo, ma è necessario un impegno istituzionale importante con misure che possano portare a realizzare l’obiettivo della Commissione europea dello spegnimento delle reti in rame entro il 2030. È un obiettivo sfidante, ma riteniamo che si debba andare in quella direzione lavorando a macchia di leopardo su alcuni comuni, con progetti di switch off locali che possano portare poi a spegnere la rete in rame nelle aree più grandi. Il mio sogno è fare del centro di Milano la prima città copperless d’Europa. Credo che sia fattibile con la volontà e l’impegno di tutti gli stakeholder”.

Il Governo punta alla tecnologia satellitare per la banda ultralarga

Mentre lavora con Fibercop e Open Fiber sul Piano Italia a 1 Giga, il governo è anche consapevole, ha affermato Butti, che “il cablaggio completo del paese sconta i problemi morfologici dell’Italia”.

Per superare il problema dell’orografia montuosa di buona parte del paese il governo è “molto attento alla tecnologia satellitare, che sarà performante anche a livello europeo nel prossimo futuro, e chissà che possa essere utile anche a noi per estendere il più possibile la connettività. Abbiamo un problema morfologico e credo che il satellite, con le sue nuove performance, possa essere una tecnologia utile e attivabile di concerto con altre tecnologie”, ha detto Butti.

Su questo fronte sono noti i contatti con Elon Musk e il suo servizio Starlink, ma non solo: ci sono anche contatti con player italiani del settore. “Un governo come il nostro, che investe molto sulla tecnologia nazionale, credo che debba prestare attenzione al fenomeno”, ha detto Butti.

I dati: Italia a 1 Giga ferma al 29%

I dati resi noti da Infratel sui piani banda ultralarga fissa e mobile finanziati con i fondi Pnrr restituiscono un quadro a luci e ombre. Se i target relativi ai piani per la connettività di scuola, isole minori e 5G Backahuling hanno ampiamente scavallato il 50%, per il Piano Italia a 1 Giga, che riguarda la banda ultralarga nelle aree grigie, la percentuale si attesta al 29% e per il 5G Densificazione la quota è del 21%. Nel dettaglio, ammontano a 1 milione i civici connessi nelle aree grigie, pari al 29% del target su un totale di poco più di 3,5 milioni di civici da raggiungere. Migliore il dato per la Sanità connessa, che si attesa al 39%.

Infratel parla, complessivamente, di “un grande risultato frutto del lavoro di squadra su tutti i Piani legati al Pnrr, anche in settori fondamentali come il lavoro, la scuola e la sanità”, ma, considerato che manca meno di un anno e mezzo alla deadline di giugno 2026, quella del Pnrr, c’è ancora molto lavoro da fare.

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