ASTE LTE

Frequenze, Londra attacca Bruxelles

Il governo britannico chiede mano libera nel determinare il prezzo dello spettro messo a gara. E rifiuta le soluzioni proposte dalla Ue che punta a evitare l’effetto “prezzo selvaggio”

Pubblicato il 30 Set 2013

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Aste Lte, la Gran Bretagna vuole mano libera nel fissare i prezzi. E con una lettera inviata a tutti gli stati membri lancia un affondo alla Commissione Ue che vuole invece frenare l’effetto “asta selvaggia” imponendo un tetto ai prezzi. Una protesta che rischia di “sabotare” tutto il pacchetto Tlc. Nella nota il governo di Londra ribadisce che sì, mentre da un lato è d’accordo su una revisione del settore, dall’altro è determinato a voler decidere in autonomia i prezzi base delle aste per le frequenze destinate alla banda larga mobile di nuova generazione. Senza dover subire nessuna interferenza dalla Ue, contraria al “salasso” degli operatori.

Il commissario Ue per le Tlc, Neelie Kroes, ha criticato le recenti aste olandesi che hanno fruttato allo Stato 3,8 miliardi di euro: “Non è stato imparato nulla dalle aste precedenti?” ha scritto sul suo blog Kroes ricordando il caso Kpn.
Le aste 4G producono introiti nettamente inferiori rispetto a quelli per il 3G di qualche anno fa. Una ragione di più in tempi di crisi, per la Gran Bretagna, per chiedere che non venga imposto dall’alto nessun tetto al flusso di denaro. Con le aste di quest’anno, la Gran Bretagna ha incassato circa 2,3 miliardi di sterline contro i 22,5 miliardi dell’asta 3G del 2000.

I leader europei si incontreranno a Bruxelles il 24-25 ottobre per discutere per la prima volta del piano che è stato presentato poche settimane fa (ci sarà bisogno del voto di tutti i 28 Paesi e del Parlamento perché diventi legge). Ma le opposizione da parte dei governi potrebbe ritardare o impedirne l’adozione entro le elezioni europee del prossimo maggio.

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