il disegno di legge

Intelligenza artificiale, la proposta del Pd: “Istituire un’Autorità super partes”



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Si punta ad affidare la responsabilità a un organismo indipendente alternativo ad Agid e Agenzia per la cybersecurity indicate dal governo. A Genova la città “candidata” ad ospitare la sede per la presenza di centri di ricerca e progetti all’avanguardia che gravitano nell’area. Il senatore Basso: “Servono competenze multidisciplinari in linea con quanto previsto dall’AI Act”

Pubblicato il 25 ott 2024



intelligenza artificiale, AI

Un disegno di legge per istituire l’Autorità nazionale per l’intelligenza artificiale e le neurotecnologie, un authority indipendente con sede a Genova dove già molti progetti sono in stato avanzato, quale punto di riferimento per la governance delle nuove tecnologie e per la  loro applicazione nel rispetto dei diritti umani e dei valori  democratici, oltre che del nuovo regolamento europeo. È il punto saliente del ddl elaborato dl gruppo del Pd al Senato.

L’alternativa alla proposta del governo Meloni

Il ddl si pone come alternativa al disegno del legge del governo Meloni, ora in discussione nelle Commissioni Ottava e Decima, che propone invece di affidare la governance dell’AI Act all’Agenzia per la cybersicurezza nazionale (Acn) e all’Agenzia per l’Italia digitale (Agid), organismi di emanazione governativa.

I compiti dell’Autorità

Una volta istituita, l’Autorità potrà vigilare sulla piena applicazione delle norme vigenti durante i processi di “applicazione, uso o commercializzazione di sistemi che includono l’impiego di modelli di intelligenza artificiale e le neurotecnologie”. Nel caso di mancato rispetto delle regole, l’Autorità potrà applicare delle sanzioni.

Ci sarà poi spazio per le attività ispettive volte alla “valutazione dell’impatto sociale, etico e legale degli sviluppi dell’intelligenza artificiale e delle neurotecnologie”. Sempre a tutela della collettività, l’ente dovrà monitorare la tutela della privacy dei cittadini coordinando e analizzando “la tracciabilità e la qualità dei dati pubblici raccolti ed elaborati dai sistemi di AI usati nei servizi pubblici”.

Ma l’Agenzia non avrà solo funzioni investigative: sarà anche impegnata nella promozione di iniziative di “sensibilizzazione, diffusione e promozione della formazione” sui temi dell’AI e delle neurotecnologie. Un modo di coinvolgere la cittadinanza e avvicinarla alle autorità impegnate ad affrontare la rivoluzione tecnologica.Inoltre, potrà interfacciarsi con governo e Parlamento per sollevare “possibili criticità su atti legislativi in relazione alle normative vigenti e allo sviluppo tecnologico”. Ogni anno, l’Autorità dovrà recarsi in Parlamento per riferire sull’attività svolta.

I compiti dell’Autorità

Una volta istituita, l’Autorità potrà vigilare sull’applicazione delle norme vigenti durante i processi di “applicazione, uso o commercializzazione di sistemi che includono l’impiego di modelli di intelligenza artificiale e le neurotecnologie”. In caso di mancato rispetto delle regole, l’Autorità potrà erogare multe.

Previste anche ispezioni per valutare “l’impatto sociale, etico e legale degli sviluppi dell’intelligenza artificiale e delle neurotecnologie” e attività di monitoraggio sulla privacy focalizzando l’attenzione sulla “la tracciabilità e la qualità dei dati pubblici raccolti ed elaborati dai sistemi di AI usati nei servizi pubblici”.

Rifelttri anche sull’awareness. L’organismo dovrà promuovere iniziative di “sensibilizzazione, diffusione e promozione della formazione” sui temi dell’AI e delle neurotecnologie e ,ogni anno, dovrà recarsi presentare in Parlamento una realzione sull’attività svolta.

I firmatari

A presentare in Senato un testo frutto della collaborazione del gruppo Pd al Senato con la Rete dei Diritti Umani digitali sono stati Lorenzo Basso, vicepresidente dell’Ottava Commissione, Antonio Nicita, Filippo Sensi, vicepresidente della Commissione diritti umani e di Laura Ferrari e Sara Marcucci della Rete per i diritti Umani digitali.

“Questo disegno di legge redatto con la collaborazione della Rete per i diritti umani digitali – ha spiegato il primo firmatario Lorenzo Basso – ha una doppia finalità: garantire che l’AI e le nuove tecnologie siano utilizzate nel rispetto e nell’interesse delle persone e dei loro diritti e al contempo creare le condizioni affinché ci sia un ecosistema pubblico che non freni ma anzi favorisca la crescita e lo sviluppo di tecnologie innovative. Per questo serve un’Authority indipendente, dotata di competenze multidisciplinari dalla sanità all’ambiente, dal campo forense a quello tecnologico, che sia interfaccia unica della PA nel fornire risposte rapide e univoche in tutti gli ambiti dell’AI, garantendo al contempo il rispetto di diritti umani e la competitività dell’ecosistema tecnologico e imprenditoriale”.

Laura Ferrari e Sara Marcucci della Rete per i Diritti umani digitali, network di cui fanno parte varie associazioni tra cui The Good lobby, Privacy Network e Amnesty international, hanno spiegato il loro lavoro. “Il nostro obiettivo – ha detto Ferrari – è affiancare le istituzioni in modo propositivo per fare luce sui rischi e sui risvolti inattesi dell’AI, perché il suo sviluppo avvenga nel rispetto dell’equità, della trasparenza e dell’apertura alla società civile”.

“Abbiamo bisogno di un’Authority indipendente – ha spiegato ancora Marcucci – perché l’AI può replicare stereotipi e discriminazioni già presenti nella società e rafforzarli, ad esempio contro le donne o contro le minoranze e non è ciò che vogliamo, il suo sviluppo deve avvenire seguendo i nostri valori, nel rispetto della democrazia”.

“Questa non è proposta censoria o luddista – ha continuato il senatore Sensi – ma è finalizzata a orientare le nuove tecnologie per l’espansione dei diritti umani”. “La scelta di un Authority indipendente sull’AI e sulle neurotecnologie – ha sottolineato Nicita – ha un orizzonte più vasto del presente e ha al centro il tema del rapporto tra persona e macchina. L’indipendenza di questo organismo è fondamentale, non è formale ma sostanziale, perché anche il governo deve essere oggetto di vigilanza e di controllo e l’Authority deve poter avere potere decisionale e sussidiario”.

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