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Intelligenza artificiale per “potenziare” le smart city. Piantedosi: “Serve una politica integrata”



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Nella Dichiarazione finale del G7 sullo sviluppo urbano sostenibile focus sull’innovazione e la transizione digitale delle città: digital twins e piattaforme per la pianificazione strategica al centro delle azioni prioritarie per favorire lo sviluppo di servizi a beneficio di cittadini e stakeholder

Pubblicato il 5 nov 2024



Matteo_Piantedosi_Ministro

“Le aree urbane sono il contesto territoriale privilegiato in cui le sfide globali e più gravose della nostra epoca, ecologica, demografica e digitale, subiscono una forte accelerazione. In questo senso, è necessario superare la logica che vede la politica urbana come un fatto residuale o come la composizione di tanti approcci settoriali. Una politica urbana integrata rappresenta, infatti, la dimensione corretta per affrontare in modo sistematico e coordinato le sfide poste dalle tre transizioni globali”.

Lo ha detto il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi nella Dichiarazione finale del G7 Sviluppo urbano sostenibile. “Abbiamo voluto evidenziare la centralità delle città e dei territori come soggetti attivi nella definizione delle politiche urbane territoriali e nazionali. Abbiamo anche sottolineato il valore aggiunto di una governance multilivello, in cui i territori e i diversi ambiti di intervento, siano essi locali, intermedi e nazionali, possono collaborare per definire le strategie di sviluppo urbano e individuare metodologie e strumenti efficaci”, ha aggiunto Piantedosi.

Verso città più sostenibili e inclusive

Durante il vertice, che si è tenuto a Palazzo Altemps, a Roma, i ministri del G7 e i loro ospiti hanno discusso una serie di temi cruciali per il futuro delle città, a partire dall’adozione di pratiche innovative per la riduzione delle emissioni inquinanti, l’impiego di risorse energetiche rinnovabili e lo sviluppo di città più inclusive, orientate verso modelli di crescita sostenibile, in linea con gli Obiettivi di sviluppo sostenibile delle Nazioni Unite. In questo contesto, l’Ocse ha presentato i risultati delle sue analisi sulle migliori pratiche in ambito di politiche urbane, offrendo una base per un confronto costruttivo tra le delegazioni.

“Abbiamo affrontato in continuità con le precedenti presidenze, quella tedesca nel 2022 e quella giapponese nel 2023, i temi delle città resilienti, città net zero, città circolari e non clima-alteranti, città giuste e inclusive, città digitali e intelligenti. La Dichiarazione racchiude e sintetizza i principali impegni condivisi nell’ambito di ogni tematica affrontata e, pur conservando una coerenza con quelle adottate negli anni precedenti, presenta diversi elementi di novità”, ha detto Piantedosi

AI e data management per vincere la sfida dell’urbanizzazione

Il gruppo di lavoro G7 Urban ha esaminato le politiche nazionali sullo sviluppo urbano, discutendo le modalità con cui i diversi paesi affrontano le sfide del cambiamento climatico, dell’economia circolare, della mobilità sostenibile, nonché dell’edilizia e dell’inclusione abitativa.

“Abbiamo evidenziato le priorità d’azione che riteniamo necessarie e più idonee per rispondere alle sfide che la transizione ecologica, i cambiamenti sociodemografici e la rivoluzione digitale ci stanno imponendo. Tra i temi di maggior interesse l’uso sostenibile delle risorse scarse, la riqualificazione energetica nelle aree urbane, la questione dell’abitare, intesa come diritto alla casa, la cultura come strumento di sviluppo economico e integrazione sociale, la pianificazione e gestione delle smart city, e con esse il tema dell’intelligenza artificiale e delle piattaforme per la gestione dei dati”, conclude Piantedosi.

“Per questo, abbiamo ritenuto significativo chiudere con un impegno ad attivare, individuandole, delle possibili azioni comuni. Si tratta di un primo impegno concreto ad andare oltre le affermazioni di principio. Si riconosce come i nostri sette paesi sperimentino sfide comuni, ma offrano spesso risposte diverse, legate alle specificità locali”.

Focus sulla centralità del modello smart city

Rispondere in modo specifico a sfide comuni vuol dire, per il G7, puntare proprio sulle smart city: il gruppo di lavoro incoraggia infatti le città a rispondere attraverso politiche e azioni integrate innanzitutto in materia di e-government, migliorando l’accesso alle informazioni e ai servizi pubblici e rafforzando la partecipazione alla definizione delle politiche pubbliche. Servono poi servizi digitali interattivi, che migliorino le condizioni di vita urbana attraverso la digitalizzazione e le infrastrutture digitali con un approccio di “sviluppo urbano incentrato sull’uomo”, rispettoso delle esigenze delle persone, dei diritti umani e della privacy individuale. Occorre anche un approccio smart city nella pianificazione e nella gestione urbana, potenziando l’uso della tecnologia digitale nell’analisi delle questioni urbane, nella pianificazione e nella governance (ad esempio, utilizzando piattaforme di dati urbani, digital twin e, quando opportuno, l’intelligenza artificiale), con particolare attenzione al coinvolgimento degli stakeholder.

La creazione di innovazione dovrebbe insomma avvenire attraverso la pianificazione urbana, promuovendo ecosistemi urbani in cui convergono istituzioni e aziende lungimiranti, startup, incubatori di imprese, acceleratori, istituti di istruzione e università; la finanza alternativa come opportunità, valorizzando il potenziale degli appalti pubblici e dei modelli di investimento innovativi e coinvolgendo il settore privato nella fornitura di infrastrutture pubbliche.

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