La nuova legge per il sostegno alle startup e alle pmi innovative è stata pubblicata in gazzetta ufficiale ed entrerà in vigore il 22 novembre. “Dobbiamo proiettare l’Italia verso il futuro, incentivando la crescita e lo sviluppo dell’innovazione”, aveva commentato il primo firmatario del dispositivo, Giulio Centemero (Lega), dopo l’approvazione della legge al Parlamento.
I requisiti per essere considerati una startup
Il provvedimento prevede agevolazioni fiscali per chi investe in startup anche sotto forma di credito d’imposta laddove non vi sia capienza, l’esenzione della tassazione dei capital gain per investimenti in fondi dedicati prevalentemente a startup e pmi innovative, semplificazioni per la costituzione di fondi di VC e la costituzione del fondo di fondi di Cdp che aiuta a indirizzare i denaro pubblico e privato verso le pmi che scelgono i mercati finanziari per crescere.
Nella legge si specificano i requisiti che occorrono per essere considerati soggetti coinvolti dalle misure previste. Una startup non deve essere costituita da più di sessanta mesi ed è residente in Italia o in uno degli Stati membri dell’Unione europea o in Stati aderenti all’Accordo sullo spazio economico europeo, purché abbia una sede produttiva o una filiale in Italia. A partire dal secondo anno di attività, il totale del valore della produzione annua non è superiore a 5 milioni di euro. La società, che non deve essere stata costituita da una fusione, scissione societaria o a seguito di cessione di azienda o di ramo di azienda, non distribuisce e non ha distribuito utili e ha, quale oggetto sociale esclusivo o prevalente, lo sviluppo, la produzione e la commercializzazione di prodotti o servizi innovativi ad alto valore tecnologico.
Le condizioni per rispettare le nuove direttive
Tra le altre condizioni che devono sussistere per rispettare le nuove direttive, le spese in ricerca e sviluppo sono uguali o superiori al 15% del maggiore valore fra costo e valore totale della produzione della startup innovativa. Dal computo per le spese in ricerca e sviluppo sono escluse le spese per l’acquisto e la locazione di beni immobili. Ai fini del provvedimento, in aggiunta a quanto previsto dai principi contabili, bisogna considerare tra le spese in ricerca e sviluppo: le spese relative allo sviluppo precompetitivo e competitivo, quali sperimentazione, prototipazione e sviluppo del business plan, le spese relative ai servizi di incubazione forniti da incubatori certificati, i costi lordi di personale interno e consulenti esterni impiegati nelle attività di ricerca e sviluppo, inclusi soci e amministratori, le spese legali per la registrazione e protezione di proprietà intellettuale, termini e licenze d’uso. Le spese risultano dall’ultimo bilancio approvato e sono descritte in nota integrativa. In assenza di bilancio nel primo anno di vita, la loro effettuazione è assunta tramite dichiarazione sottoscritta dal legale rappresentante della startup innovativa.
Le aziende devono anche impiegare, come dipendenti o collaboratori a qualsiasi titolo, in percentuale uguale o superiore al terzo della forza lavoro complessiva, personale in possesso di titolo di dottorato di ricerca o che sta svolgendo un dottorato di ricerca presso un’università italiana o straniera, oppure in possesso di laurea e che abbia svolto, da almeno tre anni, attività di ricerca certificata presso istituti di ricerca pubblici o privati, in Italia o all’estero, ovvero, in percentuale uguale o superiore a due terzi della forza lavoro complessiva, di personale in possesso di laurea magistrale.
La startup deve infine essere titolare o depositaria o licenziataria di almeno una privativa industriale relativa a una invenzione industriale, biotecnologica, a una topografia di prodotto a semiconduttori o a una nuova varietà vegetale ovvero sia titolare dei diritti relativi ad un programma per elaboratore originario registrato presso il Registro pubblico speciale per i programmi per elaboratore, purché tali privative siano direttamente afferenti all’oggetto sociale e all’attività di impresa.
Un portale ad hoc creato dal Mimit
La legge stabilisce anche che il Ministero dello Sviluppo economico debba istituire nel proprio sito internet istituzionale un portale nel quale sono indicati tutti i documenti e le informazioni necessari per accedere ai bandi di finanziamento pubblici e privati diretti e indiretti in favore delle piccole e medie imprese innovative e delle startup innovative Le amministrazioni interessate provvedono all’attuazione del presente comma nell’ambito delle risorse umane, strumentali e finanziarie disponibili a legislazione vigente e, comunque, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.