I piccoli azionisti di Telecom Italia si augurano che il voto di fiducia a governo Letta possa far riesaminare la vicenda Telecom-Telefonica “nella sua intera gravità”. In una nota Asati sottolinea come “le dimissioni di Franco Bernabè di domani avvengono in un Cda importante, causate dalla non condivisione dei soci Telco su un aumento di capitale”. La rinegoziazione dei patti Telco è stata “la rivelazione della vera strategia di Telefonica su Telecom Italia”, spiega Asati.
“Tutto questo è stato reso possibile con la complicità dei soci italiani di Telco – aggiunge la nota – che a fronte di risorse economiche limitate stanno cercando di svendere il controllo di Telecom Italia con una farsa sui tempi, sulle modalità e sulle convenienze di pochi, contro gli interessi della maggioranza degli azionisti e soprattutto del paese, di fronte ad una incomprensione inaudita della maggior parte del governo e della classe politica. Siamo fiduciosi che l’avvenuta fiducia al governo Letta possa far riesaminare la questione nella sua intera gravità”.
Gli azionisti ricordano di non essere “a priori contrari alla vendita di Tim Brasil, che già avevamo proposto come opzione nel 2010, ma ad un valore per la partecipazione di TI di 9-10 mdi di euro, valore oggi che si può ottenere a premio ma di difficile ottenimento se i contendenti sono solo i locali Vivo, Claro e OI Brasil, i quali difficilmente riconosceranno queste valutazioni”.
“Infatti valori sensibilmente diversi non avrebbero effetti significativi sui parametri economici attuali, e su questo sarà determinante il ruolo dei Consiglieri indipendenti soprattutto nominati da Assogestioni, che hanno la nostra profonda stima per il loro attuale comportamento, il ruolo della Consob ,della Sec, e del Governo”.
“In questo scenario – ricorda Asati – pur apprezzando l’andamento dei titoli in borsa nell’ultimo mese (con le scintille che in data odierna potrebbero spegnersi), djstock +10%, TI +20%,mib +8%, di contro invece la reazione del mercato del debito, al mancato aumento di capitale è negativa con il rendimento dei bond aumentati di 40 bps, e il costo dei cds 5y ( per assicurarsi di eventuali default della Società) nel mese di settembre sono passati da 285 bps agli attuali 331 e quindi tenuto conto dell’attuale livello di indebitamento la cosa desta qualche preoccupazione, anche in attesa del prossimo potenziale giudizio sul rating investement grade delle agenzie, oltre al fatto che le obbligazioni sono scese di circa il 2%”.
Secondo i piccoli azionisti, dunque, “lo status di Telecom non può rimanere in questa difficilissima situazione per diversi mesi”. “Aspettiamo che il cda di domani a maggioranza di 4/5 (espressione di Telco), responsabile della nomina e della ripartizione delle deleghe dei nuovi vertici esecutivi – conclude Asati – indichi quale sia il nuovo piano industriale e che dimostri che TI possa resistere diversi mesi senza risorse finanziarie e si esprima sulla necessità della eventuale vendita di Tim Brasil, che essendo una operazione di necessaria gestione di finanza e non un atto dispositivo deve prevedere l`uscita dal cda di Alierta e Linares”.
Infine si chiede al Cda di “convocare una assemblea straordinaria per modificare lo statuto prima che venga convocata la prossima Assemblea del 2014 che altrimenti si svolgerebbe con una maggioranza dell’azionariato, ben superiore al 22%, che non può esprimere i suoi diritti”.