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High performance computing, l’Italia in vetta alla classifica mondiale



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L’Hpc6 targato Eni al quinto posto del ranking Top500: sprint alla strategia di decarbonizzazione e alla crescita del business legato alla twin transition. Il super pc di Lenovo, collocato nel Tecnopolo di Bologna, punta alle prime 50 posizioni: in campo Enea, Cineca ed EuroFusion per spingere la ricerca sull’energia da fusione

Pubblicato il 20 nov 2024



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Via al nuovo sistema di super calcolo (High Performance Computing, Hpc) di Eni. L’architettura, denominata Hpc6, ha una potenza di calcolo di 606 PFlops di picco pari a oltre 600 milioni di miliardi di operazioni matematiche complesse al secondo, e si colloca al quinto posto assoluto della nuova classifica mondiale Top500 (rilasciata il 18 novembre 2024). Si tratta di un risultato che posiziona Hpc6 come primo supercomputer in assoluto in Europa, primo al mondo fra i supercomputer a uso industriale e unico sistema non-Usa tra i primi cinque al mondo.

Il supercalcolo al servizio della twin transition di Eni

Il completamento e l’avvio di Hpc6, si legge in una nota, rappresentano “una tappa fondamentale nella strategia di decarbonizzazione di Eni, in cui la tecnologia e il progresso tecnologico sono alla base della creazione dei nuovi business legati alla transizione energetica e ne rappresentano elemento distintivo e di creazione di valore”.

Eni, infatti, impiega da anni il supercalcolo per ottimizzare l’operatività degli impianti industriali, migliorare l’accuratezza degli studi geologici e fluidodinamici per lo stoccaggio della CO2, per sviluppare batterie più performanti, per ottimizzare la filiera dei biocarburanti e per sviluppare materiali innovativi per applicazioni nei settori della bio-chimica e infine anche per simulare il comportamento del plasma nella fusione a confinamento magnetico.

In questo senso, Hpc6 supporterà un’ulteriore fase di accelerazione del processo di trasformazione di Eni per individuare soluzioni innovative, scalabili ed economicamente sostenibili e accelerare lo sviluppo dei nuovi business ad alto potenziale legati alla transizione energetica.

Hpc6 è installato in un’area dedicata nel Green Data Center di Eni (presso Ferrera Erbognone, vicino Milano), che rappresenta uno dei centri di calcolo con la più alta efficienza energetica e tra i migliori per contenimento dell’impronta carbonica in Europa: fin dalla sua progettazione, ha avuto come obiettivo primario non solo l’efficienza operativa, ma anche la minimizzazione dell’impatto ambientale. Performance garantite grazie anche alla realizzazione di un nuovo sistema di raffreddamento a liquido, in grado di ottimizzare l’assorbimento del calore prodotto dalla nuova macchina e renderla più sostenibile da un punto di vista energetico.

“L’innovazione e il costante miglioramento delle tecnologie sono fondamentali per mantenere e rafforzare la leadership di Eni nella transizione energetica”, dichiara l’amministratore delegato di Eni, Claudio Descalzi. “I progressi tecnologici ci consentono un uso più efficiente dell’energia riducendo le emissioni e favorendo lo sviluppo di nuove soluzioni energetiche. Abbiamo integrato il supercalcolo lungo tutta la filiera dei nostri business trasformandolo in una leva imprescindibile per il raggiungimento di Net Zero e per la stessa creazione di valore”.

Enea e Cineca si affidano alla tecnologia di Lenovo

Ma la corsa italiana al supercalcolo non si ferma qui: dopo la decisione di Enea (Agenzia nazionale per le nuove tecnologie, l’energia e o sviluppo economico sostenibile) di scegliere Lenovo per l’installazione di un sistema Hpc presso il polo di Portici, in provincia di Napoli, anche Cineca ha siglato un accordo con il colosso cinese per l’installazione di un nuovo sistema Hpc destinato alla comunità scientifica, e in particolare alle attività di ricerca sull’energia da fusione. La nuova infrastruttura, nome logico Pitagora, sarà in grado di effettuare circa 45 milioni di miliardi di operazioni al secondo e verrà installata nel data center Cineca di Casalecchio di Reno, in provincia di Bologna, alla fine del 2024. Il supercomputer, che entrerà a far parte dell’ecosistema del Tecnopolo di Bologna, sarà dedicato alla simulazione numerica della fisica del plasma e all’analisi strutturale di materiali avanzati per la fusione nucleare e si candida a essere uno tra i primi 50 supercalcolatori al mondo.

Dal 2016, anno in cui venne inaugurato Marconi, il primo supercomputer Cineca con tecnologia Lenovo, il consorzio ospita i sistemi di supercalcolo dedicati alla comunità scientifica europea per gli studi sulla fusione nucleare per produrre energia elettrica in modalità sicura e sostenibile in collaborazione con Eurofusion, il consorzio europeo che ha l’obiettivo di progettare impianti tecnologici in grado produrre energia elettrica sfruttando l’energia da fusione entro il 2050, ed Enea che rappresenta l’Italia nel consorzio Eurofusion.

“La collaborazione con Enea ed Eurofusion, consolidata negli anni, trova in Pitagora uno strumento all’avanguardia per accelerare la ricerca in questo settore cruciale, in grado di garantire prestazioni eccezionali per le simulazioni di fisica del plasma e l’analisi dei materiali con un’efficienza energetica allineata ai più elevati standard di sostenibilità ambientale”, commenta Sanzio Bassini, Direttore dipartimento Hpc Cineca. “Questa nuova installazione, che si integra nell’ecosistema del Tecnopolo di Bologna, consolida ulteriormente il ruolo del Cineca come centro di eccellenza per il calcolo scientifico a livello internazionale e rafforza la posizione dell’Italia nel panorama europeo della ricerca sull’energia da fusione. Il nostro obiettivo è continuare a fornire agli scienziati gli strumenti computazionali più avanzati per affrontare le sfide scientifiche più complesse del nostro tempo”.

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