L’Italia si è appena lasciata alle spalle lo spettro di una crisi di Governo “al buio”, che tanto aveva allarmato i mercati e i Governi internazionali. Enrico Letta ha consolidato con il voto di fiducia di ieri la sua permanenza a palazzo Chigi, e il suo esecutivo è più che mai chiamato a traghettare il Paese fuori dalla crisi economica. Senza indugiare sullo scampato pericolo, al presidente del Consiglio e ai suoi ministri arrivano già consigli e richieste dalle realtà produttive. Ennio Lucarelli, presidente di Confindustria servizi innovativi e tecnologici, ha le idde chiare su quali possano essere i prossimi passaggi che il governo dovrà affrontare, e mette al primo posto le riforme “per rilanciare concorrenza, produttività e innovazione del Sistema Paese”.
“Bene il discorso programmatico e l’invito da parte del Presidente del Consiglio a occuparsi dell’Italia senza più guerre interne e interessi personali – afferma – bene la saggia decisione della Politica di offrire una fiducia ampia per sostenere il presidente Letta ed il suo Governo, particolarmente in questa terribile crisi per l’Italia, che vede cadere il PIL a -1,7% nel 2013, secondo le recenti stime Confindustria, con tutte le relative conseguenze gravissime sulla perdita di posti di lavoro, d’investimenti produttivi, d’imprese. Ma dalla crisi non se ne esce senza le ineludibili riforme che ci raccomanda l’Europa – continua Lucarelli – e se non s’interviene radicalmente con un grande taglio dei costi improduttivi e con il dimagrimento dello Stato, delle Regioni e dei Comuni. Superato il pericolo di una crisi politica che rischiava di bloccare sul nascere il lento recupero dell’economia italiana, serve ora un forte cambio di passo che dia fiducia a cittadini, imprese e investitori stranieri”.
Oggi la federazione dei servizi innovativi e tecnologici di Confindustria ha in programma una riunione di Giunta, in cui metterà a punto una serie di richieste da indirizzare al Governo. Tra queste l’assemblea sottolineerà la necessità di interventi “sulla politica dei servizi ad alto valore aggiunto (Advanced Business Services), sulla promozione della concorrenza, sulla ricerca della produttività per rafforzare imprese manifatturiere e servizi”. Parallelamente, sottolineano da Confindustria, sarà neccesario “un taglio netto di tutti quei rami secchi e sprechi che, come denunciano la Corte dei Conti, l’Autorità degli appalti e l’Antitrust, consumano le scarsissime risorse pubbliche disponibili a vantaggio di pochi raccomandati di una Politica che sta evolvendo troppo lentamente, in un Paese che ha bisogno di energia e lavoro per uno sforzo nella direzione dello sviluppo”.