Vaccarono: “Ripartire dal made in Italy abbracciando il digitale”

Il country director di Google Italy dà la ricetta per la ripresa: “Aziende connesse la chiave di volta”

Pubblicato il 04 Ott 2013

Nel mondo oggi più di 2 miliardi di persone sono connesse. Internet è disponibile nei luoghi più diversi, dal monte Everest al Polo Sud. Più della metà degli europei utilizza il web ogni giorno. Se guardiamo al nostro Paese, un italiano su tre non usa il web (dati Agcom) e nel mondo delle imprese il ritardo è ancora più evidente: nel 2013 solo il 34% delle pmi ha un sito web e solo il 13% fa e-commerce (Eurisko Ict, 2013).

Portare l’Italia nell’economia digitale è una priorità per l’intero sistema Paese, non è più un tema settoriale. Il web rappresenta una leva insostituibile per la crescita. Ecco perché sono convinto che si debba ripartire proprio dal made in Italy, punto di forza del nostro sistema economico, e abbracciare il digitale per far incontrare la domanda internazionale con le eccellenze del nostro Paese.
Nessun Paese come l’Italia può contare su un sistema manifatturiero ed agroalimentare così amato e conosciuto in tutto il mondo. Ma se fino ad oggi comprare “italiano” era un’opportunità per pochi, oggi Internet permette di raggiungere direttamente pressoché tutti i potenziali consumatori. Questa a mio avviso la via che l’Italia deve percorrere e Internet è lo strumento naturale per far conoscere il meglio delle oltre 4 milioni di aziende italiane al mercato globale.
Un recente studio che abbiamo commissionato a Doxa Digital mette in luce come siano proprio le aziende più digitali quelle in grado di sfruttare al meglio il potenziale dell’export: compensano del tutto gli effetti della crisi sul mercato interno e crescono anche in un contesto macroeconomico difficile.

Se guardiamo al sistema Paese credo sia evidente come ci sia un potenziale che deve essere semplicemente messo nelle condizioni di esprimersi. Significa essenzialmente fare tre cose: semplificare la vita agli imprenditori, soprattutto piccoli, che vogliono provare a esplorare online i mercati internazionali; incentivare chi crea in questo modo reddito aggiuntivo; inserire nelle aziende professionalità del mondo digitale. L’ultimo punto è forse quello più importante. I dati ci mostrano che Internet crea lavoro e lo crea soprattutto per i più giovani. Spingere sull’innovazione del Paese è un modo non solo per far crescere il Pil, ma anche per creare occupazione.

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