Il piano di societarizzazione di Telecom Italia dipende dai risultati che l’azienda raggiungerà e dalle future verifiche. Lo ha detto l’amministratore delegato, Marco Patuano ai sindacati. Patuano ha però evidenziato la possibilità di valorizzare due degli asset societari di cui si discute in chiave societarizzazione: i data center e le torri delle antenne. Per quanto riguarda lo scorporo, l’Ad ha chiarito che la compagnia è disponibile solo se ci sono le condizioni regolatorie.
“L’Ad ha annunciato – dice Bruno di Cola, segretario nazionale della Uilcom, al Corriere delle Comunicazioni – che il 7 novembre presenterà il piano industriale e che l’accordo raggiunto il 27 marzo, per aumentare la produttività a fronte del mantenimento dell’occupazione, sarà comunque rispettato”.
“In occasione dell’incontro – prosegue il sindacalista – abbiamo ribadito il nostro no allo scorporo delle rete. E proprio per mantenere alta l’attenzione sul futuro dell’azienda abbiamo deciso di avviare le procedure di raffreddamento in vista di un possibile stato di agitazione o sciopero”.
“In questo contesto – conclude il sindacalista – chiederemo al governo di convocare Telefonica con l’obiettivo di capire quale tipo di investimento è disposta a fare in Italia”.
Come spiega Giorgio Serao della Fistel, “le decisioni future sulle partecipazioni estere saranno nel piano industriale” di Telecom.
Oggi il viceministro alle Comunicazioni, Antonio Catricalà, ha voluto rassicurare i sidacati: “Vogliamo tutelare Telecom Italia nella sua interezza, non solo della rete, ma anche dei servizi – ha detto dal convegno Between di Capri – E’ un’azienda di altissimo profilo sia per la quantità che per la qualità delle persone che vi lavorano. E’ stata ed è un’azienda di primaria importanza”.