“L’evoluzione della filiera delle telecomunicazioni verso un ecosistema rappresenta un cambio di paradigma fondamentale. Si passa da una struttura lineare, dove ogni attore opera in una sequenza definita, a un sistema integrato e interdipendente”. Laura Di Raimondo, Direttore generale di Asstel in occasione dell’edizione di fine anno di Telco per l’Italia fa il punto con CorCom sui dossier più stringenti.
Di Raimondo, in cosa consiste concretamente questo ecosistema?
Gli operatori non si limitano a fornire connettività, ma diventano veri e propri orchestratori di una rete di nuove interazioni, sviluppando nuovi servizi digitali e cogliendo le opportunità dei mercati emergenti.
E come affrontare le sfide legate all’evoluzione della filiera?
Occorre agire su più fronti. Dal punto di vista industriale, è indispensabile una nuova politica a livello europeo e nazionale. Dal punto di vista organizzativo è sempre più importante creare un collegamento tra il mondo della scuola, Its, Academy e Università, e rafforzare le alleanze educative e gli investimenti in formazione certificata in una logica permanente.
Alla luce dei dati economici emersi in occasione del Forum Asstel, quali sono le misure che dovranno essere adottate a livello europeo e nazionale, per sostenere le Tlc?
Asstel sostiene la necessità di un sostegno per garantire la mitigazione strutturale del costo dell’energia, e una rapida attuazione, nei territori, delle normative sulla semplificazione delle procedure connesse alla realizzazione delle reti di nuova generazione. Sarebbe, inoltre, auspicabile un intervento per una omogeneità di applicazione sul territorio dei nuovi valori dei limiti elettromagnetici in Italia e una definizione di una modulistica unificata dei procedimenti autorizzatori. Per quanto riguarda la piattaforma antipirateria, andrebbe prevista una adeguata copertura dei costi sostenuti dagli operatori ed è altresì necessario definire un corretto inquadramento in termini di responsabilità degli operatori stessi. È centrale che il Governo continui ad agire in ambito europeo per garantire una competizione equa nel mercato digitale assicurando il level playing field tra Tlc e Big Tech. A ciò si aggiunge, in ambito nazionale, il percorso avviato sulla possibile contribuzione delle Big Tech agli investimenti sostenuti dalle Tlc.
Asstel è impegnata con le organizzazioni sindacali nel negoziato di rinnovo del Ccnl Tlc che avete definito “negoziato di trasformazione”, quali sono i cardini di questa trasformazione?
Asstel ritiene che il Ccnl Tlc, attraverso il negoziato di trasformazione, debba continuare ad essere uno strumento moderno per supportare i processi di evoluzione di tutti i segmenti dell’ecosistema Tlc verso condizioni di miglioramento della competitività e della produttività intervenendo in particolare su quattro aree di sviluppo: trasformazione del lavoro e competenze, definizione di area distintiva per il mercato del Crm-Bpo, valorizzazione di azioni di intervento nell’ambito di welfare, diversità, equità per la piena realizzazione dei principi Esg.