Ci è voluto Elon Musk per portare la banda larga agli onori della cronaca nazionale. Una prima assoluta a livello di media generalisti e soprattutto in Tv. Ed è già una buona notizia se si considera che la questione delle reti di Tlc è stata finora sottovalutata nell’ambito del dibattito economico come fosse una questione secondaria. E invece è sulle reti e sulla connettività che si fonda la capacità di un Paese di crescere e di evolvere in chiave di competitività. Così come il Covid, malgrado la gravità della situazione, ha fatto da “apripista” al grande tema della digitalizzazione diventato asse portante dei Pnrr nazionali, Musk può fare oggi da testa d’ariete al grandissimo tema della connettività. O, almeno, ci si augura diventi questo il senso e il focus del dibattito.
Le polemiche sterili
Le polemiche sul “personaggio” sono la parte meno interessante della questione e non aiutano né a fare chiarezza né a lanciare una discussione nel merito. E l’unico merito che conti è: la banda larga satellitare sarà la chiave di volta per azzerare i gap di connettività e quindi di digitalizzazione nelle aree remote? Quanto vale la partita in Italia? Quanti sono i Comuni in cui mancano reti adeguate, quante le aree a connettività “ a manovella”? Uncem, l’Unione delle Comunità montane continua a portare avanti la propria battaglia evidenziando situazioni di grave difficoltà in molte aree: una situazione da terzo mondo in un Paese come l’Italia che ha bisogno di crescere. Si vuole spingere il turismo, si vogliono riqualificare i borghi: ma come si può pensare di raggiungere traguardi importanti senza infrastrutture digitali adeguate?
Il ruolo della politica
La politica sta dando purtroppo anche in quest’occasione il peggio di sé. Come fa spesso e volentieri su un altro tema, quello del 5G, che dopo anni e anni continua ad essere protagonista di campagne anti-innovazione facendo leva sulle paure dei cittadini. E se sul 5G si cavalca l’onda dei rischi sulla salute (mai comprovati e smentiti più e più volte dal mondo scientifico), sulla banda larga satellitare si sbandiera la questione dei rischi sulla sicurezza di dati e informazioni. La stessa sbandierata negli anni all’occorrenza relativamente alla “proprietà” delle reti di Tlc, ultimo il caso di quella di Tim nelle mani degli americani di Kkr, ma è bene ricordare che nessuno degli operatori “italiani” è di fatto italiano nel dna. Mettere in sicurezza le reti, così come mettere in sicurezza il cloud, nell’ampio dibattito sulla sovranità, non è questione di proprietà ma di regole e di standard tecnologici. Forse prima di lanciare “bombe” per la sola ragione di ottenere consenso mediatico sarebbe bene chiamare a dibattito gli esperi veri. E in Italia ce ne sono a decine.
La Spagna passa all’azione
Intanto mentre nel nostro Paese si litiga in Spagna il Governo è già passato all’azione: Amazon Kuiper ha ottenuto l’autorizzazione a operare in qualità di fornitore di banda ultralarga satellitare. La società competitor di Starlink (la costellazione in capo a Elon Musk attraverso SpaceX) punta a coprire le aree rurali.