LA PROPOSTA

Banda larga via satellite, Forza Italia punta a favorire le pmi



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Un emendamento al disegno di legge sulla Space economy prevede la possibilità in capo all’Agenzia spaziale italiana di costituire un partenariato pubblico-privato a maggioranza pubblica. Ma nella selezione degli appaltatori e dei partner privati bisognerà favorire le piccole e medie imprese anche e soprattutto nell’ottica delle ricadute occupazionali

Pubblicato il 15 gen 2025



space satellite spazio

In Italia si continua a parlare di connettività satellitare per la banda larga, anche con gli emendamenti presentati al Ddl Space economy all’esame della commissione Attività produttive della Camera. Forza Italia ha aperto alla possibilità che l’Asi (Agenzia spaziale italiana) possa costituire un partenariato pubblico-privato “a maggioranza pubblica” per progettare infrastrutture satellitari in orbita bassa per la connettività in banda larga “con copertura a livello nazionale e nelle aree estere di interesse strategico, ad uso istituzionale e civile”. Ma, “nella selezione degli appaltatori e dei partner privati”, si legge nella proposta firmata dal deputato azzurro Luca Squeri, bisognerà applicare il “principio del favor per le piccole e medie imprese, assicurando la valorizzazione di eventuali investimenti sostenuti da finanziamenti pubblici, nell’ottica della ricaduta occupazionale con profili di alto livello”.

Banda larga via satellite, l’emendamento di FI

Il progetto, aggiunge l’emendamento firmato da Squeri, può prevedere un “avanzamento per fasi in cui la prima componente dell’infrastruttura satellitare è ad uso istituzionale, mentre la seconda componente è ad uso anche civile”.

Per le finalità della misura si prevedono l’utilizzo di risorse di un Fondo Mef assegnate alla presidenza del Consiglio dei ministri “per la realizzazione di programmi spaziali nazionali e in cooperazione internazionale, nei limiti di 30 milioni per l’anno 2025, di 70 milioni per l’anno 2026 e di 350 milioni per gli anni 2027 e 2028″.

L’emendamento del deputato di Fratelli d’Italia, Riccardo Zucconi, aggiunge ulteriori requisiti al Ddl space economy in merito ai compiti dell’Asi.

L’operatore spaziale comunica all’Agenzia con il preavviso minimo di 30 giorni la data di inizio di ciascuna operazione spaziale e trasmette ogni sei mesi una relazione sul suo svolgimento“, prevede l’emendamento. “L’operatore deve iniziare l’attività spaziale entro un anno dalla data fissata dal provvedimento di autorizzazione. Decorso infruttuosamente tale termine, l’autorizzazione decade, salva motivata proroga concessa”.

La norma aggiunge che l’operatore spaziale dovrà anche informare “immediatamente l’Agenzia di qualsiasi anomalia o evento straordinario rilevati nel corso dell’operazione spaziale, delle misure adottate e dei prevedibili esiti”.

Ddl space economy, l’emendamento della Lega

C’è anche un emendamento della Lega, a prima firma del deputato Andrea Barabotti, che chiede di annullare la disposizione che prevede la reclusione da 3 a 6 anni per l’operatore che esercita un’attività spaziale senza avere conseguito l’autorizzazione o successivamente alla sua scadenza. In tali circostanze, salvo che il fatto costituisca più grave reato, l’operatore potrà essere sottoposto solo alla multa da 20mila a 50mila euro.

Oltre a eliminare dal testo la previsione della pena della reclusione, la Lega propone di abbassare a 50 mila euro la sanzione amministrativa pecuniaria minima attualmente fissata a 150mila euro che si applica nel caso in cui l’operatore spaziale e il proprietario dell’oggetto spaziale non forniscano le informazioni o i documenti richiesti o non adottino le misure necessarie per consentire le ispezioni, ostacolando l’attività di vigilanza.

Resta fissata a 500mila euro, tuttavia, l’ammontare massimo della sanzione amministrativa che potrà essere applicata.

Per il Governo la tecnologia satellitare è “complementare”

Sulla tecnologia per i satelliti, come noto, il governo sta discutendo con Elon Musk e la sua SpaceX, ma non solo: a margin della riunione ministeriale su tecnologia e digitale del G7 tenutasi a Cernobbio lo scorso ottobre e presieduta dal sottosegretario alla presidenza del Consiglio con delega all’innovazione Alessio Butti, il sottosegretario ha precisato che ci sono contatti anche con aziende italiane di tecnologia satellitare.

“Non nascondo, l’ho ribadito in sede europea, che il governo è molto attento alla tecnologia satellitare. La tecnologia satellitare sarà performante nel prossimo futuro e chissà non sarà utile in futuro anche a noi per estendere il più possibile la connettività. Abbiamo questo problema morfologico e credo che il satellite possa essere una tecnologia utile e attivabile, sempre di concerto con la Ftth e Fwa“, ha affermato Butti. “Ci sono anche soggetti italiani che stanno facendo tecnologia satellitare, anche in modo interessante: un governo come il nostro che investe molto sulla tecnologia nazionale credo che debba prestare attenzione al fenomeno”.

Nei giorni scorsi, in conferenza stampa alla Camera, la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha affermato che Space X è il soggetto tecnologicamente più avanzato e, ad oggi, non ci sono alternative pubbliche.

“Non ho mai parlato direttamente con Elon Musk di queste vicende – ha sottolineato la premier – Per il caso Space X, ha a disposizione una tecnologia per comunicare a livello planetario che ci consente di comunicare con le nostre sedi diplomatiche e i nostri contingenti all’estero. Si tratta di interlocuzioni che facciamo, come Governo, con decine di aziende in tutto il mondo”.

Butti ha, a sua volta, ribadito: “Ritengo doveroso chiarire che non ho mai affermato che la connettività satellitare sia “l’unica soluzione” per raggiungere gli obiettivi di connettività del Pnrr. Come ho già sottolineato, la spina dorsale della connettività ad alta velocità in Italia resta e resterà la fibra ottica. La connettività satellitare è universalmente ritenuta una soluzione complementare, utile soprattutto in quelle aree remote e spopolate dove le reti terrestri non arrivano o l’implementazione delle stesse è estrememante lunga e costosa. Inoltre, la connettività satellitare non garantisce le stesse prestazioni della fibra. Sostenere che io abbia affermato qualcosa di diverso è falso”.

“Questo Governo ha sempre lavorato con un approccio pragmatico e tecnologicamente neutrale, puntando a garantire che nessun territorio, per quanto isolato, rimanga escluso dall’accesso alla banda ultra-larga – ha concluso Butti – La fibra rimane il cardine delle nostre strategie infrastrutturali, mentre il satellite è uno strumento aggiuntivo per accelerare il processo di digitalizzazione laddove necessario”.

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