Dopo un 2024 più dinamico per il consolidamento delle tlc, il 2025 non dovrebbe portare grandi rivoluzioni dal punto di vista delle fusioni e acquisizioni nell’industria delle telecomunicazioni, né è probabile che si formi un operatore di telecomunicazioni paneuropeo, nonostante le raccomandazioni in questo senso nel rapporto Draghi. È quanto si legge nell’analisi firmata dagli analisti di Ing Think. Tuttavia, è prevedibile qualche transazione più piccola, che coinvolgerà private equity, società delle torri e attività in fibra.
Iliad è considerata da Ing un probabile acquirente di attività, mentre BT, Vodafone o Liberty Global potrebbero cercare di vendere. In Italia, gli analisti rilevano che il nostro mercato avrà quattro operatori di telefonia mobile dopo la fusione tra Fastweb e Vodafone Italia, per cui le restanti società tenderanno a spingere per un ulteriore consolidamento. Ciò non è ritenuto dagli analisti probabile e, nel caso, il regolatore potrebbe esigere cessioni o rimedi dagli operatori che entrano in eventuali operazioni di M&A.
Consolidamento tlc, lo scenario in Italia secondo gli analisti
Il 2025 si è aperto, infatti, con il completamento dell’acquisizione di Vodafone Italia da parte di Swisscom, operazione che dà il via al processo di integrazione fra Fastweb e Vodafone. Sempre in tema di consolidamento tlc, alla fine dello scorso anno sono circolati rumors su un possibile piano di break-up del Gruppo Tim che fanno il paio con quelli di una possibile discesa in campo di una serie di fondi – in testa Cvc – pronti a rilevare la quota di Vivendi. Nell’ipotesi di “spezzatino” del Gruppo Tim, Iliad potrebbe puntare su Tim Consumer per avviare quel consolidamento tentato con l’offerta per Vodafone Italia andata in fumo.
Secondo Ing, mentre il consolidamento sul nostro mercato è un’ipotesi remota, rimane la possibilità che Ck Hutchison Group Telecom sia disposta a vendere WindTre a Iliad, se c’è accordo sul prezzo. “Non saremmo nemmeno sorpresi se Ck Hutchison vendesse alcune attività più piccole in Europa al private equity o attraverso un’Ipo. Lo stesso vale per altri operatori”, notano gli analisti.
Gli esperti fanno riferimento anche alla separazione delle attività di rete da quelle dei servizi per alcune aziende delle tlc, come accaduto in Italia con Tim, ma non solo: in Danimarca, Nuuday e Tdc Net sono ora due società separate. Secondo Ing, questo scorporo delle reti è probabilmente un modello che sarà seguito da altre telco: un’operazione del genere è vista come possibile in Belgio con Telenet o, potenzialmente, in Regno Unito con Virgin Media O2.
Nel frattempo, secondo questa analisi, Nuuday potrebbe essere venduta e Bloomberg riferisce che il private equity è interessato a un’acquisizione in Italia nei confronti dell’ex incumbent.
Un 2025 dinamico per torri, cavi e data center
Le risorse infrastrutturali probabilmente rimangono attraenti per gli investitori e gli analisti si aspettano che alcuni operatori di telecomunicazioni continuino a cercare di vendere asset quali le torri, i cavi sottomarini, i data center o le società di software.
Per esempio, le società di telecomunicazioni potrebbero cercare di vendere le loro divisioni che si occupano di soluzioni aziendali, come Tim Enterprise, parti di Proximus International, T-Systems di Deutsche Telekom, o i loro cavi sottomarini, come Sparkle, per i quali Tim ha già ricevuto un’offerta. Le analisi di Ing corrispondono alle ipotesi già circolate lo scorso anno sull’eventuale vendita di Tim Brasil e la possibile fusione fra Tim Enterprise e Maticmind, società che vede in quota il fondo Cvc al 70% e per il 15% pro capite Cassa depositi e prestiti e la famiglia Saladino.
Sono possibili diversi sviluppi anche sul mercato delle torri. Per Ing è ipotizzabile che Vantage Towers venda le sue operazioni spagnole e American Tower, Totem e Cellnex sono considerati tutti potenziali acquirenti in quanto hanno già operazioni in Spagna.
In ogni caso, il private equity avrà un ruolo crescente: già molti operatori di telecomunicazioni hanno venduto una partecipazione nei loro portafogli di torri a società di private equity, come Vodafone, Telefonica, Deutsche Telekom, Virgin Media O2 e Tim.
Infine, sul mercato dei data center, Ing nota che Deutsche Telekom, Telenor e Swisscom stanno cercando di investire in questo spazio, con particolare attenzione alle infrastrutture europee di cloud o di intelligenza artificiale e Ing si aspetta sviluppi interessanti nel 2025.