le ipotesi sul tavolo

Consolidamento Tlc, Iliad e il dosser Tim: in ballo non solo il Consumer



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Si intensificano le interlocuzioni dei francesi con il Governo e riprende quota anche l’ipotesi PosteMobile. La partita è strettamente intrecciata con la questione Vivendi e anche della quota di Cassa depositi e prestiti nonché del ruolo del fondo Cvc

Pubblicato il 10 feb 2025



merger, acquisizione, takeover

Iliad starebbe accelerando sul dossier Tim. Dopo il flop dell’operazione Vodafone la società francese non molla la presa e punta a diventare un attore di primo piano nel mercato italiano delle Tlc. Nonostante il silenzio del Governo ci sono già stati incontri fra i vertici di Iliad (assistita da Mediobanca) – l’Ad Benedetto Levi e il ceo del gruppo Thomas Reynaud – con i rappresentanti di Palazzo Chigi e del Ministero dell’Economia, ossia con il Capo di Gabinetto Gaetano Caputi e il minstro dell’Economia Giancarlo Giorgetti. Contemporaneamente è tornata alla ribalta l’ipotesi di un’entrata in scena di Poste attraverso PosteMobile, di cui si discute da un paio d’anni. E c’è una terza operazione: quella che vedrebbe protagonista il fondo Cvc (che controlla MaticMind) che starebbe valutando di rilevare la quota dei francesi di Vivendi e di fondere MaticMind con Tim Enterprise. Rumors accolti più che positivamente dal mercato tant’è che il titolo Tim ha continuato a conquistare punti sfiorando nuovamente i 30 centesimi, ai massimi da 2 anni. E in attesa dei conti che saranno presentati in settimana gli analisti alzano i target price di Tim: Equita fissa il prezzo obiettivo a 36 centesimi, Kepler Cheuvreux  e Mediobanca a 35 centesimi.  

L’operazione Iliad

Gli scenari di cui si discute sono numeros, fra cui quello che prevederebbe l’acquisizione di una quota fino al 35% di Tim da parte dei francesi di Iliad – necessario però un aumento di capitale riservato per circa 2,5 miliardi – attraverso la procedura del whitewash per evitare l’obbligo di un’Opa che scatta dopo il superamento del 25%. Ma ci vorrebbe il via libera di Vivendi e dello stesso cda di Tim. Non è chiaro inoltre se Vivendi sia intenzionata a cedere tutta la quota in Tim, quasi il 24%, oppure a scendere fino al 15% o giù di lì. Riguardo alla quota di Vivendi non è da escludersi una convergenza Iliad-Cvc.

“Assumendo che Iliad Italia venga conferita su base debt-free, la valutazione implicherebbe un multiplo Ev/Ebitda 25 di circa 7.5x (Tim Gruppo tratta oggi a c.4.1x), in linea con quello pagato da Fastweb per Vodafone Italia, ma quasi la metà rispetto a quanto Iliad Italia si era autovalutata a dicembre 2023 (Ev di 4,45 miliardi) ai tempi dell’offerta per Vodafone Italia – evidenziano gli analisti di Intermonte -. In assenza di dettagli sull’architettura del deal o di eventuali apporti cash da parte di Tim (al momento esclusi), il gap valutativo rispetto a un anno fa potrebbe essere giustificato dal valore dell’opzionalità strategica acquisibile da Iliad come primo azionista di Tim e dalle sinergie industriali riconoscibili pro quota. Stimiamo, infatti, una quota per Iliad di circa il 30% di un Npv complessivo di circa 7 miliardi, applicando un multiplo di 9x al livello di sinergie annue di circa 800 milioni indicato dalla stampa (11% della base Opex+Capex combinata)”.

L’operazione PosteMobile

La seconda ipotesi sul tavolo riguarda una liaison Tim-PosteMobile di matrice dunque “italiana” e meno soggetta a vincoli antitrust. Poste acquisirebbe la quota del 9,8% di Tim in capo a Cassa depositi e prestiti ma non ci sarebbe alcuna fusione in ballo quanto piuttosto una una partnership commerciale o una joint venture per integrare ui servizi Tim con quelli di Poste. Se è vero che Poste può contare su una capillarità unica nel suo genere (12.800 gli uffici postali) nonché su 35 milioni di clienti, gli analisti calcolano sinergie industriali di gran lunga inferiori a quelle possibili con Iliad in particolare sul fronte del Capex.

Iliad e la partita dell’intelligenza artificiale

Il Gruppo Iliad spinge l’acceleratore sull’intelligenza artificiale e annuncia di aver messo sul piatto 3 miliardi di euro per investimenti in infrastrutture dedicate all’AI (data center e capacità di calcolo), ricerca e livelli applicativi. “Crediamo da diversi anni nella potenza dell’intelligenza artificiale e abbiamo deciso di dedicarvi le risorse necessarie. Stiamo investendo 3 miliardi di euro in tutta la catena del valore: dai data center alla potenza di calcolo, passando per la ricerca open-science e la democratizzazione delle applicazioni. Se negli ultimi 3 anni abbiamo moltiplicato le nostre iniziative, è perché ci troviamo in un momento decisivo in cui è in gioco il nostro futuro collettivo”, evidenzia il ceo del Gruppo Thomas Reynaud.

Tim, accordo strategico con Apple in chiave “customer platform”

Tim ha siglato una annuncia partnership con Apple che consente ai clienti mobili di avere Apple Music incluso nelle offerte dedicate e ai clienti TimVision di accedere in promozione ai contenuti di intrattenimento di Apple TV+. In particolare, Apple Music sarà incluso nelle nuove offerte Tim Young & Music, Tim Mobile & Music e Tim Giga & Music, mentre i clienti TimVision potranno usufruire di uno sconto del 30% per i primi sei mesi di abbonamento ad Apple TV+.

“L’accordo con Apple ha una portata strategica per il nostro Gruppo che vuole proporre ai propri clienti il meglio presente sul mercato – sottolinea l’Ad Pietro Labriola – Con questa partnership andiamo ad arricchire la nostra proposta con i migliori contenuti musicali e di intrattenimento. L’intesa aggiunge un ulteriore tassello nella costruzione della nostra strategia di ‘customer platform’, che sta già dando ottimi risultati e che offre nuove prospettive di sviluppo al Gruppo nel settore consumer”

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