Si chiude l’operazione Sparkle con l’approvazione all’unamità da parte dell’odierno Cda di Tim, e parere favorevole del Comitato parti correlate, dell’offerta da 700 milioni presentata dal Ministero dell’Economia e Retelit.
La firma dei contratti avverrà entro l’11 aprile 2025 e il perfezionamento della cessione è atteso entro il primo trimestre del 2026, previo l’ottenimento delle autorizzazioni Antitrust e in materia di Golden Power.
Le banche coinvolte nell’operazione
Nonostante la deadline per la decisione finale fosse stata fissata al 15 marzo il colpo di acceleratore è arrivato grazie alla discesa in campo di Intesa Sanpaolo che si è affiancata a Ing, Banco Bpm e Mps. Stando a quanto si apprende solo la metà dei 700 milioni saranno finanziati a debito, il resto in equity.
Il riassetto del Gruppo Tim
Intanto si fanno strada nuove ipotesi sul dossier incrociato Tim-Poste-Iliad. Stando alle ultime indiscrezioni Poste potrebbe rilevare il 9.8% di Tim attualmente in capo a Cassa Depositi e Prestiti addirittura già la prossima settimana. Un’operazione preliminare alla discesa in campo di Iliad e del fondo Cvc che potrebbero puntare sulla quota di Vivendi. In contemporanea Poste cederebbe a Cdp la quota del 3,8% in Nexi valutata circa 200 milioni, mentre il valore di mercato della partecipazione Tim è stimata circa 450 milioni. Il Governo sarebbe favorevole all’ingresso di Poste in Tim e vanno avanti le interlocuzioni con Iliad e Cvc.
Il record di Tim Brasil
Exploit per Tim Brasil, che ha chiuso il 2024 facendo registrare una forte crescita. La controllata sudamericana del gruppo guidato da Pietro Labriola ha messo a segno ricavi in aumento del 6,6% a oltre 25 miliardi di reais (circa 4,3 miliardi di euro) e un utile netto in crescita del 17,1% a 3,16 miliardi di reais (circa 530 milioni di euro). Caratterizzati dal segno più anche i margini, con l’ebitda che è salito dell’8%, raggiungendo circa il 50% dei ricavi.