Ancora una giornata sotto i riflettori del mercato per Telecom Italia, sempre tra le migliori blue chip del listino con un progresso dell’1,54%. Il titolo, ben impostato fin dal mattino nonostante il newsflow politico, ha accentuato ulteriormente i progressi dopo le indiscrezioni secondo le quali la spagnola Telefonica si starebbe preparando a cedere la quota nella ceca O2, chiudendo a 0,68 euro (+1,18%).
Il gruppo spagnolo, infatti, sarebbe sul punto di cedere la propria quota del 69% in Telefonica Czech Republic AS, il maggior gruppo telefonico della Repubblica Ceca con l’obiettivo di fare cassa per gli obiettivi di consolidamento industriale. “Telecom continua a salire sulle aspettative di azioni corporate. Quasi ogni giorno si susseguono nuove notizie o indiscrezioni”, dichiara a tal proposito un operatore.
Sul fronte politico nel frattempo, è stata presentata in Senato una mozione firmata da quasi tutti i capigruppo parlamentari che prevede che Consob accerti l’esistenza di controllo di fatto su societa’ quotate anche con quote inferiori al 30%. L’azione mirerebbe a costringere Telefonica a lanciare un’Opa su Telecom Italia in caso di ulteriore crescita nel capitale di Telco. “La conseguenza pratica, secondo noi, sarebbe il blocco della situazione attuale”, dicono gli analisti di Equita Sim.
Telefonica, aggiungono gli analisti, resterebbe al 70% del capitale economico, ma al 46% dei diritti di voto di Telco e non farebbe scattare l’obbligo di Opa. “Pertanto a nostro avviso si avrebbe una maggior tutela nelle eventuali operazioni fra parti correlate (come l’eventuale cessione di Tim Brasil) ma non il concreto accendersi di un appeal speculativo”, concludono dalla sim milanese.
Gli esperti di Banca Akros continuano a ritenere poco probabile che un cambio della legge sull’Opa possa applicarsi al caso Telecom Italia/Telefonica. Sebbene si possa discutere della retroattività o meno delle legge, il cambio dello statuto dovrebbe comunque essere votato dalle stesse parti che stanno vendendo a Telefonica. La compagnia spagnola, in ogni caso, potrebbe nell’eventualita’ abbandonare i suoi piani. “Oggi i volumi sono molto bassi. In scia alle indicazioni di stampa della legge sull’Opa mi sarei aspettato una partenza negativa, ma il titolo continua a rimanere sostenuto. Concettualmente è possibile che in caso di ritiro di Telefonica, l’appeal resti ma in realtà qualcuno potrebbe pensarci un attimo prima di puntare sul titolo. L’appeal resterebbe, ma forse depotenziato”, precisa un gestore, contattato da Mf-Dowjones.
“A questi prezzi, il titolo resta appetibile”, dichiara invece un trader, sottolineando come quota 0,7 euro rappresenta un primo target di arrivo di questi movimento rialzista. “In ogni caso Telecom dovrebbe prima confermare a livello grafico la chiusura sopra quota 0,68 euro”, conclude l’esperto.
Per quanto riguarda Tim Brasil, sempre al centro di voci sulla possibile cessione, vanno sottolineate le parole del numero Abreu. “Il nostro azionista di controllo ha espresso in maniera assolutamente chiara che non e’ stato avviato nessun processo di vendita di Tim Brasil, né formale né informale”, ha dichiarato Rodrigo Abreu in un’intervista concessa al quotidiano brasiliano Estadocom.
Da segnalare infine che la Findim di Marco Fossati ha incrementato al 5,004% la sua quota in Telecom Italia. L’operazione risale allo scorso 11 ottobre, quando la quota in mano a Findim dal 6 novembre 2009 ammontava al 4,99%.