Chiude con un calo del 4,3% il primo semestre italiano dell’Ict che raggiunge un valore di mercato di 32.048 milioni di euro. Il trend al ribasso dunque continua e si fa più grave rispetto al corrispondente periodo del 2012 quando la diminuzione era stata dell’1,3%. E’ quanto emerge dal Rapporto reso noto da Assinform, l’associazione presieduta da Elio Catania, relativo all’andamento del mercato Ict nei primi sei mesi dell’anno.
Lo studio, realizzato con NetConsulting, evidenzia all’interno del mercato una dinamica molto differenziata. Alla discesa marcata dei servizi di rete delle Tlc, -9,2%, dovuta principalmente al costante calo delle tariffe, si affianca una flessione della componente dispositivi, software e servizi più ridotta, pari al -1,5%. Si rileva altresì una crescita del 4,9% dei contenuti e pubblicità on line e del 4,5% dei segmenti innovativi. Tra questi, in particolare, si evidenzia l’incremento sia della domanda di tutti quei dispositivi digitali che innovano attività tradizionali in collegamento con l’uso del web, come le smart tv, gli e-reader, i navigatori, le fotocamere digitali, sia gli investimenti per le piattaforme software di e-commerce, di social network, “Internet delle cose”, i servizi di cloud computing e relativi data center.
Allo stesso tempo i collegamenti in banda larga sono cresciuti del 2,4% per 13,9 milioni di accessi, ma restano proporzionalmente inferiori a quelli dei principali paesi europei. Ed ecco il punto: l’innovazione digitale sta penetrando nella società e nell’industria italiana, trasformando modelli di consumo e di business, ma su basi ancora troppo limitate e a ritmi troppo lenti, che impediscono di raggiungere quel livello elevato di pervasività dell’Ict che in altri paesi costituisce la chiave della ripresa dell’economia.
Allo stato attuale non esistono i presupposti per un’inversione di tendenza, tanto che le stime di fine anno confermano per il mercato Ict un calo complessivo del 4,3% sul 2012, che per la componente dispositivi, software e servizi diventa -1,7%, nonostante la crescita dei segmenti innovativi con un trend previsto di 5,2%.
In sostanza il rapporto Assinform fotografa l’evoluzione che sta subendo l’Ict, con componenti di nuova generazione che subentrano a componenti tradizionali – i cui volumi e prezzi calano – ma a ritmi ancora non sufficienti a far ripartire il mercato. Il nostro paese è quindi in forte ritardo rispetto all’Europa dove l’incidenza del mercato Ict (che continua marginalmente a crescere a fronte del -4,3% italiano) sul Pil è prossima al 7% mentre in Italia è minore del 5%, con gravi ricadute sul settore ma soprattutto sul mancato sviluppo del nostro sistema economico e produttivo in generale.